A2a-Lgh, “gara non è obbligatoria”

Lo dice il parlamentare del Pd Gregorio Gitti, esperto di Diritto societario. E parla di possibile richiesta danni per chi è contrario all'intesa.

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A2a(red.) Il “matrimonio” tra A2a e Lgh, con l’acquisizione del 51% della seconda per opera della multiutility bresciana e milanese, può essere fatto e le argomentazioni contrarie di Cogeme sarebbero infondate. La società franciacortina legata a vari Comuni bresciani e bergamaschi e che detiene il 31% di Linea Group Holding vorrebbe, per opera del sindaco di Rovato Tiziano Belotti, che le azioni venissero vendute con una gara pubblica. Rovato detiene il 21% di Cogeme e del tema se ne parlerà martedì 1 dicembre durante una riunione del consiglio di amministrazione.
Ma secondo Gregorio Gitti, parlamentare del Partito Democratico ed esperto di Diritto societario, non è obbligatoria una gara per cedere le proprie partecipazioni. Gitti, interpellato dal Corriere della Sera, dice che la politica a vari livelli sarebbe d’accordo sull’intesa che porterebbe vantaggi al territorio e metterebbe in una posizione dominante Brescia su Milano. L’offerta di A2a, secondo il parlamentare, sarebbe la più conveniente e consentirebbe a Lgh di avere bilanci migliori. Sulla proposta della società partecipata è favorevole il 69% di Cremona, Crema, Pavia e Lodi che si trovano in Cogeme e la maggior parte dei sindaci bresciani che ne fanno parte.
Per i consiglieri contrari all’operazione, secondo Gitti ci sarebbe anche il rischio che paghino un danno economico se A2a, dopo il 21 dicembre, dovesse rivedere l’offerta al ribasso rispetto ai 127 milioni di euro attuali. Dal punto di vista tecnico, stando allo stesso Gitti che è anche avvocato, ci sarebbe l’acquisizione di un pacchetto di controllo per opera di una società quotata e con l’obiettivo di un migliore piano industriale. E’ questo il motivo per cui non servirebbe una gara pubblica. Il nuovo organismo darebbe a Lgh 6 consiglieri su 13, compreso il presidente.

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