A2A, estesa delibera per cessione 4,5%

Senza tempistica precisa. Del Bono: «Non ripeteremo gli errori passati: faremo l'annuncio dopo la vendita». Sul tavolo anche il contratto con Epcg.

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A2A(red.) I comuni di Milano e Brescia hanno esteso la delibera per la vendita del 4,5% di A2A da realizzare nei prossimi mesi, senza una tempistica precisa, dopo lo 0,5% ceduto dai due principali soci alla fine dello scorso anno. Nessun commento sull’ipotesi che la quota possa essere venduta in blocco a un unico azionista. Lo ha detto il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, a margine di un convegno sull’efficienza energetica.
«Abbiamo esteso la delibera per vendere il restante 4,5% non ancora collocato», ha detto il sindaco. Questa volta, ha poi aggiunto, «non ripeteremo gli errori fatti in precedenza: faremo l’annuncio dopo la vendita».
Quanto all’ipotesi che la quota possa andare a un unico investitore istituzionale, il sindaco non ha voluto commentare l’indiscrezione.
I RAPPORTI CON EPCG A2A e il governo del Montenegro sono al lavoro per realizzare un nuovo disegno industriale di Epcg che prevede anche la ricerca di un terzo socio.
L’ad, Luca Valerio Camerano, è «moderatamente ottimista» sulla volontà della superutility lombarda e del governo montenegrino di proseguire la partnership avviata nel 2009 con l’ingresso della società lombarda nel capitale di Epcg, di cui detiene il 42% circa.
«Ribadiamo tuttavia la necessità di trovare soddisfazione alle nostre richieste sottoposte” in occasione di un vertice che si è tenuto prima di Natale.
Il presidente, Giovanni Valotti, ha spiegato che «prima di Natale abbiamo trovato un’intesa, entro fine marzo confronteremo le posizioni. Se c’è un disegno industriale sostenibile l’accordo si troverà».
Valotti ha poi aggiunto che la trattativa è complicata, e tuttavia, «il governo montenegrino ha condiviso la nostra proposta di un terzo socio. A breve partirà lo scouting».
Nel corso della riunione di dicembre, A2A ha elencato una serie di condizioni imprescindibili per rinnovare la collaborazione. La multiutility lombarda, in particolare, ha chiesto garanzie di redditività sul capitale investito, autonomia di gestione e certezza del quadro regolatorio, oltre che l’individuazione di un terzo partner e la definizione di un’opzione di uscita a proprio favore, alla scadenza del primo biennio.

 

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