A2A, soci bresciani puntano su Tassara

Alcuni imprenditori bresciani soci della utility avrebbero deciso di convergere sulla lista della Carlo Tassara, coagulando oltre il 4% del capitale.

(red.) A poche ore dall’assemblea di A2A che sancirà la fine della governance duale, se i giochi sono fatti a livello di vertici (Luca Valerio Camerano nuovo ad e Giovanni Valotti presidente ,scelti dai due comuni principali azionisti Milano e Brescia), l’attenzione si sposta sulla nomina dei tre consiglieri di minoranza che avranno comunque un peso visto che si passerà dai 23 consiglieri precedenti a dodici.
Alcuni imprenditori bresciani, soci della multiutility, come la Ferriera Valsabbia, hanno deciso di convergere sulla lista della Carlo Tassara, che già detiene il 2,5% della società, coagulando oltre il 4% del capitale.
L’obiettivo è di arrivare a oltre il 5% del capitale necessario per confermare i due candidati della lista, Mario Cocchi e Giambattista Brivio. «Al momento per la lista della Tassara si è raggiunta quota oltre 4% del capitale di soci bresciani favorevoli. Se la lista dovesse ottenere più del 5% si assicurerà due posti, altrimenti i tre posti andranno suddivisi anche con le altre due liste, quella dei comuni di Bergamo e Varese e quella dei fondi», ha spiegato a Reuters una fonte vicina alla situazione.
Per la prima volta un gruppo di società di gestione e di investitori istituzionali ha presentato una propria lista, che si aggiunge a quelle della Tassara e di Bergamo-Varese, con il rischio di sparigliare le carte perché, sulla base dei voti che riceverà, potrebbe portare a casa anche due consiglieri, lasciando a secco quella di Bergamo e Varese che sulla carta può contare sul 2,1% circa del capitale. Fra i soci che superano il 2% figura anche Ubs con il 2,041% ed è realistico pensare che il gruppo svizzero dirotterà i voti verso la lista dei fondi. L’esito è pertanto difficile da prevedere al momento.
Il tutto si intreccia poi con la questione delle quote rosa: per legge il 20% dei consiglieri deve essere composto da donne ed essendo il nuovo Cda composta da 12 membri, occorrono tre figure femminili. Ma nei nove nominativi presentati dai due comuni principali azionisti, Milano e Brescia, figurano solo due donne. Pertanto, la soluzione più probabile sarà che il numero nove della lista, Antonio Bonomo in quota Brescia sia scavalcato dal numero dieci Luciana Ravicini. A meno che la lista dei fondi non riesca a spuntare due consiglieri, visto che il secondo candidato è una donna.

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