Valotti: «Nessun campanilismo in A2A»

L'indicato presidente ha detto che la sua brescianità è irrilevante» per il suo compito. E per A2A vede un «ruolo forte non da imperialista».

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(red.) A2A dovrà essere un player importante per attrarre le aziende energetiche minori che ruotano attorno al suo territorio senza un’ottica imperialista. In altri termini, il risiko fra le utility potrà ripartire.
E’ questo il biglietto da visita con il quale Giovanni Valotti, attuale presidente di Metropolitana Milanese, designato dal comune di Milano alla presidenza di A2A, si è presentato mercoledì 21 maggio alle Commisioni consiliari di Palazzo Marino insieme agli altri tre esponenti scelti dal sindaco Giuliano Pisapia – Stefano Cao, Michaela Castelli e Stefano Pareglio – per il prossimo Cda della superutility lombarda post passaggio dal sistema duale a quello tradizionale. Gli altri quattro componenti sono stati scelti da Brescia, l’altro socio forte di A2A, mentre l’ad condiviso sarà Valerio Camerano.
Valotti, bresciano, pro-rettore alla Bocconi, che si è dichiarato un tecnico e di non aver mai fatto attività politica, ha delineato i punti che intende sviluppare nel suo mandato qualora sarà eletto presidente dall’assemblea degli azionisti il prossimo 13 giugno. «A2A deve darsi obiettivi di crescita, una per aree di business e una su base territoriale. L’indirizzo del governo di ridurre da 7.000 a mille le utility porterà a una ripresa del processo di integrazione delle aziende energetiche che hanno subito un rallentamento negli ultimi due anni, A2A dovrà essere un player importante per attrarre le imprese minori che ruotano intorno giocando con il compasso», ha spiegato Valotti.
Il manager ha fatto l’esempio dell’ipotesi di integrazione fra Linea Group e A2A, a suo dire «sempre respinta perché A2A era vista come un’azienda imperialista. Bisogna trovare un modo per fare queste operazioni nell’interesse di tutti. Sono favorevole alle alleanze purché abbiamo un senso industriale».
Valotti ha poi annunciato che lascerà l’incarico di presidente di MM, «il regolamento prevede che non si possa essere presidente di due società e io non lo vorrei essere. Al momento opportuno valuteremo le decisioni. Non sarò contemporaneamente bi-presidente».
Quanto poi alla sua brescianità, Valotti ha voluto precisare di essersi laureato a Brescia, di ritornare i fine settimana nella sua città natale, ma questo «è del tutto irrilevante per il mio ruolo di presidente: potrei essere di Piacenza o di Tokyo. Forse la mia brescianità potrà aiutare a superare definitivamente una contrapposizione di campanile fra Milano e Brescia che non ha fatto bene all’azienda».

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