A2A, conto alla rovescia per le nomine

Entro venerdì la scelta dell'amministratore delegato. E intanto Brescia punta su Giovanni Comboni alla vicepresidenza.

(red.) Entro questo venerdì i due sindaci dei comuni principali azionisti di A2A, Milano e Brescia, scioglieranno la riserva su chi sarà il nuovo Ad della superutility lombarda post passaggio dal sistema duale a quello tradizionale.
Fonti politiche sostengono che Brescia continua a proporre Renato Ravanelli nel segno della continuità aziendale, Milano, Stefano Cao, ex manager Eni. Se lo stallo dovesse perdurare si andrà su un terzo nome che, alcune fonti indicano a Reuters in Valerio Camerano, ex Ad di Gdf-Suez Energie, all’interno di una rosa di nomi.
Alla presidenza è stato designato Giovanni Valotti, mentre per la vicepresidenza, Brescia punta su Giovanni Comboni, docente alla Bocconi, come riferisce una fonte vicina al dossier. Se questo fosse lo scenario definitivo, Ravanelli resterebbe come direttore generale.
«Brescia ha scelto i cinque nominativi per il rinnovo del Cda: Comboni alla vicepresidenza, Fausto Di Mezza, attuale vicepresidente del consiglio di sorveglianza, come amministratore in quota opposizioni, ci sarà un consigliere donna, mentre Norberto Rosini, oggi nel consiglio di sorveglianza, andrebbe al collegio sindacale», sottolinea la fonte.
Lunedì saranno depositate le liste con i nominativi per gli otto posti nel cda, quattro a testa designati dai due comuni, più l’Ad condiviso e tre posti alle minoranze. Parlando con la stampa, oggi, a commento della trimestrale, Ravanelli, ha detto che rispetterà le decisioni che prenderanno gli azionisti, sulla scelta del nuovo capo azienda: «Quello che deciderano gli azionisti lo sapremo nelle prossime ore o giorni. Le decisioni vanno rispettate sicuramente, nell’interesse della società».
Il manager ha poi aggiunto che «oggi in A2A c’è una squadra di management molto buona, composta da gente giovane che ha portato esperienza da altre attività. Il clima manageriale è molto solido. Poi c’è una forte attenzione alle tematiche relative ai costi e al recupero di efficienza. Quello che c’è e che la nuova tornata di management troverà un team eccellente».
Quanto all’ipotesi che possa restare come direttore generale, si è limitato a dire: «Tocca tematiche personali, in funzione di quello che accadrà, ci sarà una riflessione».
Facendo sempre un bilancio della sua attività, Ravanelli ha evidenziato che l’acquisizione di Edipower da Edison, oggi in profonda crisi a seguito del calo dei consumi e del boom delle rinnovabili, come conseguenza dell’uscita dalla partita di Foro Buonaparte, è stato il frutto di decisioni prese dalla società che il management ha rispettato e applicato. «Al termine di una lunghissima trattativa con Edf, arrivai a una ipotesi che prevedeva l’acquisizione da parte di A2A degli impianti idro e altri al Sud Italia, lasciando il termoelettrico a Edison. Questo è l’accordo che avevo chiuso io, poi la società decise di andare su un’altra strada con il controllo di Edipower».
Secondo il manager, ragionando con il senno di poi, «se oggi avessimo avuto solo l’idroelettrico e non il termoelettrico i risultati sarebbero certamente diversi».

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