A2A, Tabacci chiede lumi sulla gestione

L'assessore al Bilancio del comune di Milano, che con Brescia è principale azionista della società, ha inviato un'altra lettera per avere un giudizio sull'operato del Cdg.

(red.) Faro del Comune di Milano sulla gestione di A2A. L’assessore al Bilancio, Bruno Tabacci, ha inviato alla fine dello scorso novembre una lettera al consiglio di sorveglianza dell’ex municipalizzata per chiedere una giudizio sull’operato del consiglio di gestione della società.
Si tratta della seconda lettera inviata da Tabacci ad A2A dopo quella con cui l’assessore, che ha la delega sulle società partecipate del Comune, ha chiesto un rapporto dettagliato sull’acquisizione della quota del 43,7% della società montenegrina Epcg, rilevata nel 2009 per 436 milioni. Nella lettera, riferisce chi ha avuto modo di visionarla, Tabacci chiede spiegazioni al Consiglio di sorveglianza sui risultati non particolarmente brillanti della partecipata in relazione ad alcuni parametri, come la capitalizzazione di borsa e il debito, anche in relazione ad operazioni come quella del Montenegro.
Nella prossima primavera scadono i consigli di A2A e Tabacci non ha fatto misteri della sua delusione per l’attuale gestione.
‘Su A2A occorre avviare una riflessione”, aveva detto recentemente. “Forse è bene trovare un capoazienda capace di gestire una società come questa e individuare una governance che funzioni, visto che quella attuale non funziona. Basta guardare le capitalizzazioni delle società del settore per vedere che A2A è in testa per le perdite. La gestione di A2A in questi anni non ha portato a una crescita di valore”.
Anche il Pd di Brescia, l’altro grande Comune azionista di A2A (i due comuni lombardi controllano insieme il 55% della società) ha criticato in modo molto deciso l’attuale gestione.
In una conferenza stampa all’inizio di novembre, il capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Loggia, Emilio Del Bono, aveva imputato a Giuliano Zuccoli, presidente del consiglio di gestione di A2A, e al direttore generale, Renato Ravanelli, i risultati deludenti dell’ex municipalizzata, considerati peggiori rispetto a quelli dei concorrenti, preannunciando una mozione per lo svolgimento di una seduta straordinaria del consiglio comunale di Brescia che probabilmente si terrà a gennaio.
”La società va male”, ha spiegato Del Bono, “occorre definirne la mission e dotarla di un management e di una governance adeguate”.
In quella occasione A2A aveva precisato che quelle del Pd erano ”affermazioni non corrette e distorte”, ribattendo alle critiche sull’andamento di borsa (paragonabile per A2A a quello delle altre società del settore), sul downgrade da parte delle agenzie di rating (conseguenza, secondo la società, all’abbassamento di quello sull’Italia) e ricordando che il margine industriale, ”indicatore della performance manageriale”, tra il 2008 e il 2010 è rimasto stabile.
A Brescia, viene riferito in ambienti politici, sono iniziati i primi contatti tra maggioranza di centrodestra e opposizione di centrosinistra per trovare punti di convergenza sul futuro di A2A che, con i suoi dividendi, rappresenta una fondamentale fonte di reddito per l’amministrazione comunale.
Tra i punti su cui si registra un certo consenso, viene spiegato, c’è il tema della distribuzione delle deleghe, troppo concentrate, nell’attuale struttura di corporate governance, sul direttore generale dell’area corporate e mercato.

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