Brescia seconda per numero di decessi

Secondo lo studio di Vega Engeneering la nostra provincia detiene il triste primato, dietro a Milano, con 10 decessi. In Italia trend negativo rispetto al 2010.

(red.) Non è una bella notizia. Quella che riguarda il numero delle morti bianche in Italia e, anche, nel Bresciano.
Da gennaio ad agosto del 2011 i decessi sul luogo di lavoro nel nostro Paese sono stati 348 contro i 324 rilevate nello stesso periodo del 2010 con un incremento pari al 7,4%.
A presentare i dati aggiornati su una delle emergenze più gravi del nostro Paese è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering di Mestre che si occupa di formazione e sicurezza.
In pole position la Lombardia con 46 vittime, seguita dal Veneto (32), dall’Emilia Romagna (30), dalla Sicilia (28), da Toscana e Piemonte (27), dalla Campania (23), dalla Puglia (20) e dal Lazio (19).
Nel rapporto tra morti bianche e popolazione lavorativa detiene la maglia nera la Valle D’Aosta con un indice di incidenza sugli occupati pari al 70,9 contro una media nazionale di 21,1. Al secondo posto l’Abruzzo (36,4), al terzo il Molise (36,1), al quarto il Trentino Alto Adige (27,9) seguito dalla Basilicata (26,2).
A livello di aree le Isole detengono il podio con 19infrotuni mortali, seguite dal Nordest (16,8), dal Sud (16), dal Centro (15,3) e dal Nordovest (12,5).
Analizzando il dato provinciale invece, la situazione più drammatica in termini assoluti è quella di Milano dove nei primi otto mesi del 2011 le vittime del lavoro sono state 11; seconde Bolzano, Brescia e Torino (10 decessi ciascuna), terze Chieti, Bologna e Napoli (8).
L’ultimo episodio nella nostra provincia ha coinvolto un giovane di 34 anni, deceduto ad Erbusco in seguito al ribaltamento del muletto che stava movimentando.
Il settore in cui il rischio di incappare in un incidente mortale è ancora quello dell’ agricoltura (39,4%), seguito da quello dell’edilizia (22,1%).
In crescita percentuale anche il numero delle morti bianche nel settore del commercio e delle attività artigianali, quasi il 14% del totale.
Tra le cause maggiori di infortuni letali la caduta dall’alto che si verifica nel 24,4 % dei casi di decessi sul lavoro.
Seconda è il ribaltamento di un veicolo o di un mezzo in movimento (23,9 %), terza causa è lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti sulle vittime (19,3 %).
Le donne decedute sono sette in otto mesi, gli stranieri  che hanno perso la vita sul lavoro in Italia sono 42, ovvero il 12,1% delle morti bianche del nostro Paese. Si tratta perlopiù di rumeni (45,2 per cento) e albanesi (14,3 per cento). Le fasce d’età più a rischio sono quelle di quarantenni e cinquantenni, ovvero il 44,5 per cento delle 348 morti bianche. Ma resta preoccupante anche il numero di vittime tra gli ultrasessantenni (98 persone, pari al 28,4 per  cento dei casi). Martedì, mercoledì giovedì i giorni neri della settimana, quelli in cui si muore di più e quelli in cui si rileva circa il 52 per cento degli incidenti mortali.

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