Nella scatola una mina e una bomba

Esine: che cosa ci faceva un piccolo arsenale nel piazzale di una stazione di servizio?


(red.) A trovare sul retro del suo bar uno scatolone contenente mine, bombe e altro materiale per provocare esplosioni è stato Giacomo Inversini, titolare dell'area di servizio «Toroselle» sulla corsia verso Sud della statale 42 a Sacca di Esine in Valcamonica.
L'aveva notato da qualche giorno quello scatolone, finché domenica mattina verso mezzogiorno ha deciso di far fare pulizia e di buttarlo nei cassonetti insieme con l'immondizia.
Quando l'involucro è stato sollevato, però, la sorpresa è stata grande. All'interno spuntava della roba poco raccomandabile. E infatti si trattava di una mina antiuomo carica, di una bomba da mortaio disinnescata, con fili elettrici, trasformatori, un detonatore e altri congegni.
Naturalmente il titolare ha chiamato i carabinieri della stazione di Esine, che hanno isolato la zona e fatto arrivare da Brescia una squadra di artificieri.
Il materiale era del tipo in dotazione dell'Esercito Italiano e ora bisognerà indagare per scoprire la provenienza.
Probabilmente qualche appassionato di armi da guerra (o qualcuno malato per gli esplosivi) aveva deciso di sbarazzarsi delle bombe. E ha fatto in modo che fossero trovate.
Anche se abbandonarle in un posto molto frequentato come un autogrill è stato uun gesto irresponsabile e criminale.
Il materiale è stato posto sotto sequestro e gli ordigni sono stati fatti brillare in una cava a Plemo intorno alle 17,30 di domenica.
Ma la domada vera è un'altra, che quasi certamente resterà senza risposta: chi poteva tenere in casa questo piccolo arsenale e perché? Mistero.