Freccia Rossa a Roma, omaggio a L’Aquila

La carovana, nel lungo viaggio verso la Capitale, ha sfilato nelle zone colpite dal terremoto. Questo sabato il ritorno, con passaggio a Bologna.

(red.) La Aston Martin Le Mans del 1933 di Moceri/Cavalleri è in testa alla classifica provvisoria della Mille Miglia, stilata dopo la seconda prova di precisione di Conero, seguita da una Lancia Lambda del 1928 di Mozzi/Biacca e da una Alfa Romeo 6C del 1930 di Gamberini/Magni.
La ‘Freccia Rossa’ è ripartita venerdì 16 maggio alla volta di Roma, mentre il passaggio in Veneto è stato segnato dall’accoglienza calorosa della folla. «Voglio fare i miei complimenti alla Mille Miglia e ai suoi organizzatori – ha detto Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci – e voglio ringraziare tutte le Aci locali coinvolte nel percorso per aver contribuito all’organizzazione e l’accoglienza nelle tappe e nei passaggi sul territorio».
Dopo la sosta per il pranzo a San Marino, le auto sono ripartite verso Roma, affrontando tappa più lunga della storia della rievocazione della Mille Miglia : dalle Marche all’Abruzzo, le zone terremotate, il centro storico di L’Aquila, per poi approdare nella cornice dei giardini di Castel Sant’Angelo  intorno alle 22,30.
Dopo la prova di precisione numero 41, al valico di Capannelle, poco prima de l’Aquila, in testa c’era la Lancia Lambda 221 spider del 1928 di Giordano Mozzi e Stefania Biacca, con 23.707 punti. Al secondo posto, staccati di soli 131 punti, Giovanni Moceri e Tiberio Cavalleri, con la loro Aston Marin Le Mans del 1933. Altri tre equipaggi erano oltre i 23mila punti, o poco meno: Alessandro Gamberini e Mirco Magni (Alfa Romeo 6 C 1750 GS del 1930); Ezio Martino Salviato e Maria Caterina Moglia su Bugatti T40 del 1927; e Andrea Vesco e Andrea Guerini su Fiat Siata 514 MM del 1930. Il plurivincitore Giuliano Canè, accompagnato da Klaus Peter Reichle, su Bugatti T37 del 1927, era ottavo con 22.613 punti. I vincitori della passata edizione, gli argentini Juan Tonconogy e Giullermo Berisso, su Bugatti T40 del 1927, erano settimi.

 

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.