Brescia-Torino: la sfida metrò s’arena sui debiti

Una delegazione in visita alla città sabauda ha confrontato i due progetti. Quello di casa nostra è più moderno e costa meno, ma rischia di lasciare una voragine.

(red.) Confrontando la metropolitana di Brescia con quella di Torino saltano all’occhio una serie di caratteristiche che rendono l’opera di casa nostra più moderna ed efficiente. Stazioni più funzionali, tornelli elettronici, scale esterne con tettoie, carrozze più grandi e la possibilità di portare a bordo le biciclette.
Anche per i costi il metrobus bresciano è vincente: i 935 milioni di euro compresi gli oneri finanziari del progetto Ansaldo-Breda prevedono un risparmio di 150 milioni rispetto a quello Siemens costato un miliardo e 46 milioni di euro.
Ma c’è un particolare non irrilevante: Torino dopo la realizzazione del metrobus non ha debiti, cosa che invece Brescia può solo sognare. La città sabauda ha avuto dallo Stato 600 milioni di euro, il 60 per cento dei costi. Il comune di Torino e la Regione Piemonte hanno fatto il resto e i conti sono in ordine.
Il metrobus bresciano invece è stato finanziato dallo Stato per 244 milioni, il 31 per cento del costo totale. La Regione ci ha messo 72 milioni, 67 Brescia Mobilità e 80 dovrebbero arrivare dal Cipe. Così si copre solo il 51 per cento e Brescia Infrastrutture ha dovuto  indebitarsi per circa 400 milioni di euro.
Tutti aspetti di cui dovrà tenere conto la delegazione bresciana che venerdì ha visitato la metropolitana torinese. C’erano l’assessore ai Lavori pubblici Mario Labolani, il presidente di Brescia Mobilità Valerio Prignachi e il direttore generale Marco Medeghini, l´amministratore unico di Brescia Infrastrutture Alessandro Triboldi e la commissione consiliare Metrobus guidata da Nicola Gallizioli.
Bisogna trovare un modo per ripagare i mutui e c’è chi come Triboldi lancia l’ipotesi delle alienazioni di patrimoni e controllate da parte della Loggia, contando anche che per i primi anni la metropolitana, già si sa, non darà utili ma perdite. Una cosa, questa, che non avviene alla metropolitana torinese.

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