Lombardia, scintille sulla futura candidatura: la Lega chiede dimissioni Moratti

L'assessore al welfare e vicepresidente al Pirellone avrebbe un progetto politico per guidare la Regione "con una rete civica". Fontana: "Con noi o contro, nessuna promessa di sostenere sua candidatura".

Lombardia. La corsa per la Lombardia, al voto nei primi mesi del 2023, agita il centrodestra, con i rapporti tra il governatore uscente Attilio Fontana e la vicepresidente Letizia Moratti che si fanno incandescenti.
Ad accendere la miccia è stata l’assessore al Welfare, chiamata a ricoprire questo ruolo nel periodo più difficile del Covid: «Sono stata chiamata dal presidente Fontana e ho accettato per responsabilità e amore per la mia regione, con l’impegno parallelo di un passaggio di testimone a fine legislatura – ha detto intervistata su Rai Tre da Marco Damilano – Ho lavorato e lavoro coerentemente a quell’impegno ma coerentemente a quelle indicazioni ho costruito anche una rete civica».

Parole a cui Fontana ha prontamente risposto chiedendo alla sua vice «un chiarimento netto e definitivo», perché «una cosa è far politica, un’altra giocare sull’onorabilità delle persone e amministrare senza sapere da che parte si voglia stare: con noi o contro di noi».
Non è la prima volta che l’ex presidente della Rai e sindaco di Milano si dice pronta a scendere in campo per la Lombardia: «La mia non è un’autocandidatura ma una disponibilità», precisa ribadendo il suo no a eventuali incarichi ministeriali. «Sarei onorata ma non accetterei. Penso di poter dare un maggior valore aggiunto qui nella mia regione – afferma – Spero di poter contribuire a un posizionamento della mia regione, che è anche motore del Paese dal punto di vista economico e di innovazione. Aiutare la Lombardia vuol dire servire il Paese. Credo da parte mia sia più corrente continuare».

«Ho detto in maniera leale e coerente che aspetto una decisione dal centrodestra che penso debba essere definitiva, naturalmente dopo la formazione dell’esecutivo», ribadisce Moratti, che per la prima volta però esce allo scoperto, rivelando di avere un suo progetto in mano. «Ho lavorato anche a una rete civica che ho costruito ascoltando diversi mondi, dall’industria al terzo settore, per costruire un programma», sottolinea. Quasi un ultimatum, che fa scattare la reazione del governatore Fontana. «Contrariamente a quanto da lei affermato, non ho mai promesso a nessuno un passaggio di testimone al termine del mio mandato – ribatte il governatore lombardo -. È una prerogativa dei partiti, allora come oggi. Non era né allora né oggi nella mia disponibilità. Come tutti sanno non sono cariche ereditarie. Quindi non è molto chiaro quale spirito di servizio invochi se la condizione era quella di essere nominata vicepresidente e anche candidata presidente. Non mi è chiaro dove sia il senso di responsabilità».

Qualcuno, avverte Moratti, è già pronto a riservarle il proprio appoggio: «C’è stato chi me lo ha chiesto (di candidarmi ndr.) ma, per riservatezza istituzionale, fino a che il centrodestra non chiarirà la sua posizione non dirò chi». La Lega, che nei giorni scorsi ha ribadito con il segretario Matteo Salvini il sostegno a Fontana, tira dritto.
«C’è stupore e sconcerto per un assessore come Letizia Moratti che ha lavorato e sta lavorando in una giunta di centrodestra, ma che da mesi annuncia di volersi candidare con altri partiti, appoggiata magari anche dalla sinistra. Con coerenza, ne tragga subito le conseguenze – commenta Fabrizio Cecchetti, coordinatore lombardo della Lega – Con tutte le sfide che attendono la Regione Lombardia nei prossimi mesi, non abbiamo tempo da perdere con dubbi, polemiche o ambizioni personali. Avanti con Attilio Fontana e la sua squadra, premiata da oltre il 50% dei voti anche domenica scorsa. Se qualcuno ha cambiato idea o squadra si faccia da parte».

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