Caso Caffaro, “mai stato nell’agenda dell’Assessorato regionale all’Ambiente”

(red.) “Ora tutti a rifarsi un’immagine sulla Caffaro. Le dichiarazioni dell’Assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo dimostrano che il suo agire non è funzionale alla tutela dell’ambiente e della salute dei lombardi ma esclusivamente alla polemica e alla propaganda politica. Il tema non è mai stato al centro dell’agenda del suo assessorato”, così Dino Alberti, consigliere regionale del M5S Lombardia.

“Oggi”, aggiunge Alberti, “si intesta addirittura la paternità delle indagini che hanno portato al sequestro del sito. ARPA, che è un’agenzia regionale, ha fatto il suo dovere solo grazie a tecnici seri e ad una persona capace nella struttura bresciana, non certo per merito suo. Le indagini sono poi state seguite direttamente dagli uffici del ministero dell’ambiente e lo stesso ministro Costa ha preso a cuore la drammatica situazione ambientale della nostra città”.

“Prova ne sia che  fino ad un anno fa, negli atti ufficiali, non risulta alcun interessamento da parte di Regione al tema Caffaro se non per delle sperimentazioni sui terreni agricoli inquinati circostanti al sedime industriale e sul quale ho chiesto e ottenuto un rifinanziamento del progetto. Solo nell’ultimo anno Regione si è fatta viva proprio da quando il Ministro Costa ha dato una accelerazione ad un progetto fermo da quasi vent’anni. Il centro destra governa la Regione da anni e solo ora si ricorda dell’esistenza di un tumore nel cuore della città di Brescia?

Cattaneo arriva addirittura ad evocare il modello Genova, voluto dal Movimento 5 Stelle e del quale anche Salvini rivendica la paternità. Questi signori non decidono, non agiscono, non si assumono responsabilità ma si accaparrano lodi e meriti altrui. Rappresentano la peggior classe politica di sempre che sa solo parlare e mai assumersi oneri e doveri”, conclude Alberti.

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