Spese Pazze, 56 rinvii a giudizio

Il processo inizierà il primo luglio. Una decina i bresciani coinvolti a vario titolo nell'inchiesta. Guido Galperti unico assolto.

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    inno-lombardia-mogol(red.) L’inchiesta sulle presunte spese pazze in Regione Lombardia è chiusa: la procura di ha rinviato a giudizio 56 consiglieri lombardi accusati di peculato e truffa per avere speso rimborsi elargiti con troppa leggerezza dall’ente Regione. Tre sono stati condannati con rito abbreviato a pene tra i 18 e i 24 mesi, tre sono stati prosciolti e un assolto, il bresciano Guido Galperti. Il processo inizierà il primo luglio.
    I prosciolti, per vizio procedurale, sono gli ex assessori Gianni Rossoni e Mario Scotti e l’ex capogruppo del Pd Carlo Porcari. La posizione di Franco Nicoli Cristiani è stata, invece, stralciata. L’ex- uomo forte di Forza Italia a Brescia ha chiesto di patteggiare una pena di oltre due anni in continuazione con la condanna già patteggiata per la vicenda della discarica di Cappella Cantone. La sua richiesta verrà valutata da un altro gup il prossimo 30 aprile.
    Dei 56 consiglieri ed ex consiglieri di Regione Lombardia rinviati a giudizio, i più famosi sono Nicole Minetti e Renzo Bossi, figlio di Umberto, eletto in Regione grazie ai voti della provincia di Brescia. Gli altri bresciani coinvolti sono Pierluigi Toscani, Monica Rizzi, Enio Moretti e Alessandro Marelli della Lega Nord, Margherita Peroni, Vanni Ligasacchi eletti nel Popolo della Libertà, Guido Galperti del Pd e Gianmarco Quadrini dell’Udc.

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