‘Spese pazze’, chiesto processo per 10 bresciani

Franco Nicoli Cristiani ha chiesto di patteggiare, mentre Guido Galperti (Pd) il rito abbreviato. Il pm: «La politica si faceva nei risptoranti».

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lombardia_pirellone(red.) Sono dieci i consiglieri ed ex consiglieri regionali bresciani accusati di peculato nell’ inchiesta sulle presunte spese pazze con i rimborsi dei gruppi politici al Pirellone per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio.
Si tratta di Pierluigi Toscani, Monica Rizzi, Enio Moretti e Alessandro Morelli della Lega Nord, Margherita Peroni, Vanni Ligasacchi e Franco Nicoli Cristiani, allora eletti nel Popolo della Libertà, Guido Galperti del Pd e Gianmarco Quadrini e Mario Scotti dell’Udc. Due di questi hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, mentre altri due hanno annunciato la volontà di patteggiare.
Tra i politici che hanno scelto la strada del patteggiamento c’è l’ex vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Franco Nicoli Cristiani, già coinvolto nell’inchiesta sulle presunte tangenti pagate per la realizzazione della discarica di amianto di Cappella Cantone, nel cremonese. Nicoli Cristiani aveva già patteggiato la pena di due anni di reclusione per la vicenda delle presunte tangenti incassate per il progetto della discarica di Cappella Cantone.
Il pm Filippini ha sostenuto in aula che “le spese non giustificabili sono da considerarsi peculato” e che “non è ammessa da parte dei consiglieri regionali l’ignoranza della legge regionale” sui rimborsi destinati ai gruppi politici. “Qui la politica si fa nei ristoranti – ha aggiunto – mentre l’attività istituzionale dovrebbe farsi nei luoghi istituzionali”. Dichiarazioni spontanee in aula, inoltre, sono state rilasciate dal consigliere regionale della Lega Nord Angelo Ciocca, al quale sono state contestate spese per cene e anche per biglietti di auguri, che ha respinto gli addebiti.
 Tra gli imputati ci sono oltre a Minetti e Bossi Renzo, figlio del senatur della Lega, Umberto. “Il trota” era stato eletto nella circoscrizione di Brescia.
Tra gli altri 64 indagati per le cosiddette “spese pazze in Regione”, l’attuale vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti e gli ex assessori della Giunta Formigoni Romano Colozzi, Massimo Buscemi, Giovanni Rossoni, Giulio Boscagli e Monica Rizzi, all’epoca (le accuse riguardano il periodo che va dal 2008 al 2012) esponenti della maggioranza di centrodestra. Per quella che era l’opposizione, invece, ci sono Chiara Cremonesi, Luca Gaffuri, Carlo Spreafico ed Elisabetta Fatuzzo. Dalle indagini era emerso l’utilizzo di fondi pubblici per spese personali dei consiglieri, tra cui l’acquisto di torroni, gratta e vinci, giornali, cartucce da caccia, e per pagare cene a base di aragosta e sushi. Il tutto per un totale di oltre 3 milioni di euro.

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