Intitolata sala a Biagi, Maroni: ‘Priorità a lavoro’

Intitolata al giuslavorista bolognese, ucciso dalla BR 11 anni fa, una grande sala al Pirellone. Il governatore lombardo: "La sfida è completare il lavoro di Biagi".

(red.) “Ho deciso di inaugurare questo mandato, prima ancora di presentare la Giunta, formata da 14 assessori, tre dei quali bresciani, con l’intitolazione di una grande sala di Palazzo Lombardia a Marco Biagi, per dare il segnale che il lavoro, soprattutto quello per i giovani, è la priorità della mia amministrazione”.
Con queste parole, nel giorno dell’11esimo anniversario dell’uccisione del giuslavorista bolognese, il presidente Roberto Maroni ha voluto iniziare il lavoro alla guida della Regione Lombardia.
A Biagi è stata dedicata la sala da 500 posti ubicata al primo piano di Palazzo Lombardia. Presenti alla cerimonia il vice presidente della Giunta regionale Mario Mantovani, i nuovi assessori, presentati a ufficialmente poco dopo, il presidente del Consiglio regionale uscente Fabrizio Cecchetti, numerosi consiglieri regionali e il presidente di Confindustria digitale Stefano Parisi, che ha preso la parola in ricordo del giuslavorista.
“Onore a Marco Biagi, martire del lavoro, trucidato dalle BR 11 anni fa”, ha scritto questa mattina su Twitter Maroni. E proprio in occasione della cerimonia di intitolazione, iniziata alle 17 e conclusa con la benedizione impartita da don Angelo Zardoni, il presidente ha ricordato il rapporto di collaborazione sviluppato nel 2001 con il professore di Diritto del lavoro ai tempi in cui Maroni ricopriva la carica di ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. “Gli diedi grande libertà di agire”, ha detto il presidente, dopo aver accennato al dolore fortissimo provato quando fu raggiunto dalla notizia dell’uccisione, “e lui scrisse, assieme a tanti collaboratori tra cui Maurizio Sacconi, il Libro bianco sul mercato del lavoro, che è stato l’ispiratore della cosiddetta ‘Legge Biagi, che il Parlamento approvò qualche anno dopo”.
Ai principi ispiratori della riforma Biagi Maroni ha voluto dedicare il suo discorso: la legge si incardinava sulla “flessibilità buona, che facilita l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e che aiuta i meno giovani, espulsi dallo stesso mercato, a rientrare”. Questa flessibilità è stata troppo spesso coniugata”, ha rimarcato Maroni, “in precarietà. Sapevamo che il rischio era questo, ma l’eccessiva rigidità all’ingresso del mercato lavoro aveva creato fenomeni peggiori della precarietà e, cioè, i co.co.co o quei contratti fasulli che servivano per aggirare la rigidità delle norme”.
Del disegno di Biagi rimane inattuata una parte, quella relativa all’evoluzione della normativa sul mercato del lavoro, da Statuto dei lavoratori a Statuto dei lavori: “È una sfida ancora lì sul tavolo”, ha detto Maroni, “da cogliere e vincere. Nella mia veste di presidente della Lombardia vorrei cogliere questa sfida con l’aiuto di tutti”. Obiettivo di Maroni è quello di “continuare a completare il lavoro di Biagi”, nella consapevolezza che “l’antidoto alla violenza è il dialogo. Dobbiamo investire molto sul dialogo con le parti sociali e con tutti coloro che sono coinvolti sui temi del lavoro, mettendo da parte gli approcci ideologici, perché la crisi economica non può essere affrontata con una prospettiva ideologica”.
Massimo impegno per il lavoro, dunque, quello di Maroni: “La crisi tocca soprattutto i giovani. Nella fascia d’età tra i 20 e i 35 anni i disoccupati d’Italia sono il 12 per cento. La Lombardia ha dati migliori: 7,3 per cento a Milano e 6,7 complessivamente. Dobbiamo intervenire rapidamente con misure appropriate”. Per Maroni è “interesse comune di chi governa e dell’opposizione fare lo sforzo per trovare soluzioni concrete”. La prossima settimana”, ha annunciato il presidente, “terremo un incontro con tutte le parti sociali, a cui invitare anche i rappresentanti delle opposizioni, per individuare i problemi più importanti e le proposte da realizzare nell’ambito delle nostre competenze o da avanzare al Governo di Roma. Voglio muovermi sul terreno della concretezza e delle risposte adeguate alla crisi economica e alle questioni che toccano i lavoratori. Su questo garantisco l’impegno prioritario della Giunta regionale lombarda”.

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