Siti inquinati, concluse 1300 bonifiche

E' il dato emerso dal seminario 'Marketing delle aree contaminate' che si è svolto al Pirellone. Tra le zone ancora in sospeso c'è la Caffaro di Brescia.

(red.) Duecentotrenta milioni di euro stanziati dal 1992 ad oggi e 1.300 siti gi? bonificati in tutta la regione.
Questo il quadro emerso durante il seminario ‘Marketing delle aree contaminate’, che si è svolto nel pomeriggio a Palazzo Lombardia, alla presenza dell’assessore all’Ambiente e Sistemi verdi, con l’obiettivo di presentare lo stato dell’arte degli interventi di bonifica e le azioni che possono essere adottate in attuazione degli indirizzi regionali, per favorire non solo il risanamento, ma anche la riqualificazione urbanistica dei siti mediante iniziative di marketing territoriale. Entrando nel merito risultano censiti 4.478 siti: di questi 1.300, appunto, sono gi? stati bonificati; 873 sono contaminati; 542 non sono contaminati e i rimanenti 1.763 sono potenzialmente contaminati.
Le competenze amministrative dei processi di bonifica spettano: al Ministero dell’Ambiente, nel caso dei Sin, i Siti di interesse nazionale (in Lombardia sono Bovisa, Cerro al Lambro, Pioltello-Rodano e Sesto San Giovanni in provincia di Milano; il Caffaro a Brescia; l’ex Fibronit a Pavia; i Laghi di Mantova e Polo Chimico). Lo Stato per questi ha stanziato circa 64 milioni di euro.
Regione Lombardia interviene nel caso di siti che interessano il territorio di pi? Comuni. Attualmente i procedimenti di bonifica di competenza regionale sono su 30 siti contaminati, 13 siti potenzialmente contaminati e 11 siti bonificati o in attesa di certificazione.
Parte del compito spetta poi ai Comuni, in presenza di siti contaminati che interessano esclusivamente il territorio comunale. In questo contesto 82 Comuni hanno ricevuto finanziamenti regionali e 34 anno completato gli interventi di bonifica.
Emergono criticità relative all’elevato numero di siti contaminati che, oltretutto, spesso sono molto estesi.
Risultano anche lunghi i tempi dei procedimenti e degli interventi, numerosi i contenziosi e i procedimenti sospesi. Non semplificano certo il lavoro la difficoltà a individuare i soggetti responsabili dell’inquinamento e la bassa sostenibilità economica degli interventi.
Su queste premesse Regione Lombardia ha dunque costruito il proprio Piano triennale delle bonifiche, che saranno effettuate su solide basi conoscitive, rigorose analisi di rischio e regole certe, tese a minimizzare il contenzioso e a velocizzare i tempi d’intervento. L’obiettivo è quello di creare condizioni tese all’equilibrio economico dell’intervento, senza necessità di fondi pubblici.
A sostegno del Piano regionale, è stato sottolineato, molto possono fare azioni di marketing territoriale, che devono puntare a promuovere la bonifica di aree contaminate col contributo di soggetti privati e agevolare la riqualificazione urbanistica, limitando lo sfruttamento di aree vergini. La mancata bonifica da parte del soggetto obbligato (il principio del “chi inquina paga”) comporta pesanti conseguenze in termini ambientali ed economici, con l’esborso di ingenti risorse finanziarie pubbliche.

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