Rimborsi facili, 3 bresciani tra gli indagati?

Oltre a Renzo Bossi, eletto a Brescia, gli inviti a comparire in procura per i leghisti Pierluigi Toscani e Alessandro Marelli e dell’ex consigliere Enio Moretti.

(red.) Tra i 40 consiglieri regionali lombardi finiti sotto la lente della Procura di Milano nell’inchiesta partita il 10 ottobre scorso e coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo sui rimborsi garantiti ai gruppi consiliari del Pdl e della Lega tra 2008 e 2010 ci sono anche tre bresciani.
Le spese contestate ammontano a circa due milioni di euro e i consiglieri pidiellini e  leghisti hanno ricevuto venerdì gli inviti a comparire in procura. L’inchiesta avrebbe preso il “la” da accertamenti su intercettazioni dell´ex vice presidente bresciano del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani. Alcuni consiglieri avrebbero speso oltre 100 mila euro in cinque anni, tra il 2008 e il 2012, mentre altri circa 30 mila euro in tre anni. Tutti, secondo i pm avrebbero utilizzato denaro pubblico che spettava ai gruppi consiliari per spese che non riguardavano il mandato. Tra i nomi bresciani ci sarebbero quelli di Pierluigi Toscani e Alessandro Marelli e dell’ex consigliere Enio Moretti., tutti della Lega Nord.
Toscani avrebbe speso “127 euro” in ostriche e anche un “gratta e vinci” con i soldi del Pirellone, mentre Marelli avrebbe comprato fuochi d´artificio per Capodanno in un negozio gestito da cinesi. Tra le spese contestate anche quelle effettuate in salumeria, altre spese alimentari ( pizzette, cannoli, un “cono medio”) e anche una clessidra.
Tra le carte degli scontrini “rimborsati” a Toscani anche quelle per l’acquisto di «salsicce di Norimberga” e di “lecca –lecca”, ma anche per cartucce da caccia, armi e munizioni (752 euro).
Renzo Bossi, eletto in provincia di Brescia e poi dimessosi a seguito dello scandalo scoppiato con  le presunte spese effettuate dalla famiglia del senatur con i soldi per il partito, sarebbe tra i nomi emersi venerdì nell’elenco degli indagati. “Il Trota” avrebbe speso i soldi dei rimborsi elettorali del gruppo consiliare della Lega Nord per comprare videogiochi, sigarette e bibite, soprattutto Red Bull.
Il legale di Bossi Jr ha diffuso una nota in cui  afferma che “la notizia, per quanto ci riguarda, non corrisponde assolutamente al vero in quanto, ad oggi, nessun avviso è stato notificato all´interessato. Ad ogni modo, anche qualora un´indagine dovesse sussistere, non saremmo in alcun modo preoccupati. Alla luce di quanto divulgato in queste ore dagli organi di stampa, abbiamo deciso di rivolgerci anche noi ai pubblici ministri per verificare quanto diffuso e per chiedere, qualora esistessero sospetti sulla correttezza sull´operato di Renzo Bossi, di poter essere immediatamente ascoltati anche per dimostrare l´assoluta falsità di quanto è allo stesso attribuito. Quello che non tollereremo è il linciaggio morale che ci si appresta a praticare sul consigliere regionale della Lombardia in tempi nei quali la campagna elettorale è già iniziata ed il qualunquismo impera. Soprattutto non lasceremo che la stampa dileggi la persona di Renzo Bossi attraverso la diffusione, come avvenuto fino ad ora, di notizie del tutto fantasiose. Tutte le spese di Renzo Bossi sono documentalmente riferibili all´attività politica e non ve ne è alcuna che possa essere ricondotta ad esigenze personali”.
Intanto  anche il capogruppo regionale dell´Udc, il bresciano Gianmarco Quadrini, in una nota, ha confermato di aver ricevuto una “richiesta di esibizione di atti e documenti relativi alle spese sostenute tra il 2008 e il 2012”, spiegando che “le risorse destinate al gruppo sono state impiegate secondo i termini di legge, pertanto attendiamo con serenità che le indagini possano fare chiarezza al più presto”.

 

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