La Lega a Formigoni: “Meglio votare nel 2013”

L'inchiesta sulla Fondazione Maugeri crea qualche scossone nella maggioranza al Pirellone. Ed emerge che i rimborsi sanitari erano aumentati di 10 mln l'anno.

(red.) I rimborsi alla Fondazione Maugeri per le funzioni non tariffabili sarebbero incrementati nel corso del tempo, fino a oltrepassare anche di molto i 10 milioni all’anno, a partire dal 2001-2002 , da quando il faccendiere Pierangelo Daccò aveva cominciato la sua attività di consulenza per l’ente per ‘disincagliare’ i fondi regionali.
E’ quel che risulta dalle indagini della Procura di Milano nell’inchiesta che ora vede indagato anche Roberto Formigoni e il direttore dell’assessorato alla sanità Carlo Lucchina.
Gli inquirenti proprio sulle funzioni non tariffabili legate alla riabilitazione, ricerca e didattica riconosciute alla struttura con delibere di giunta, a loro avviso approvate in modo discrezionale, stanno concentrando gli accertamenti. E l’esame di questi provvedimenti, che i pm milanesi finiranno di acquisire nei prossimi giorni, è stato affidato a un consulente di fiducia.
Secondo la ricostruzione della magistratura, la Fondazione ancora dalla fine degli anni ’90 aveva chiesto il riconoscimento di alcune di tali funzioni. Riconoscimento concesso dopo l’avvio dei rapporti di ‘consulenza’ con Daccò, ”accreditato dal 1978 in Regione”, come lui stesso ha messo a verbale più di un mese fa, ”con la capacità di parlare con chi riveste posizioni apicali nei settori” con cui aveva a che fare, e soprattutto amico personale del Governatore lombardo.
Pertanto, proprio i fondi incamerati dall’ente specializzato nella riabilitazione grazie al via libera delle funzioni non tariffabili, per i pm milanesi sarebbe la contropartita delle vacanze a cinque stelle e delle altre utilità messe a diposizione di Daccò per Formigoni e il suo entourage . Il faccendiere avrebbe ricevuto dalla Maugeri, ”per aprire porte” in Regione, circa 70 milioni in cambio di consulenze considerate fittizie. Il denaro sarebbe finito in gran parte all’estero per creare fondi neri e poi, questa l’ipotesi, in parte rimbalzato in Italia.
Da qui le accuse al presidente lombardo: corruzione e finanziamento illecito ai partiti per 500 mila euro versati dall’ente di Pavia per la sua ultima campagna elettorale. Un finanziamento, questo, per il quale ci sarebbe anche un biglietto di ringraziamento del Governatore.
Mentre si è in attesa della decisione del gip in merito all’istanza di arresti domiciliari avanzata da Costantino Passerino, l’ex direttore amministrativo della Fondazione che all’indomani del suo arresto ha cominciato a collaborare, inquirenti e investigatori avrebbero cominciato ad analizzare anche i flussi di denaro per far luce sul prestito di un milione e 100mila euro fatto la scorsa primavera da Formigoni al suo coinquilino Alberto Perego (vivono assieme ad altri ‘Memores Domini’ in un appartamento a Milano). Un prestito servito a quest’ultimo per l’acquisto di una villa in Costa Smeralda di 13 vani venduta per tre milioni da una società riconducibile a Daccò.
E la vicenda Maugeri incomincia a provocare i primi scossoni all’interno della maggioranza che guida il Pirellone.
Concludere la legislatura nel 2015, a questo punto, è ”difficile”. Anzi, forse è ormai il caso di ”valutare l’abbinamento” di elezioni regionali anticipate alle elezioni politiche del 2013 per aprire una stagione nuova.
E’ questo il messaggio che il Consiglio federale della Lega ha indirizzato all’alleato Roberto Formigoni, il presidente della Lombardia coinvolto in un’inchiesta giudiziaria sul mondo della sanità. I leghisti hanno alzato la voce, dunque. Ma per il momento, anche perché è alle porte un congresso delicato per gli equilibri interni, non sembrano decisi a fare alcuna mossa per far cadere subito la Giunta lombarda e magari spianare la strada al centrosinistra. ”Mi pare che tutto quello che è successo renda piuttosto difficile pensare che si possa continuare fino al 2015”, ha detto Roberto Maroni arrivando in via Bellerio. Il segretario in pectore ha spiegato che, oltre alla questione giudiziaria che ”spetta ai giudici”, ce n’è una di ”opportunità politica che rende difficile o addirittura impossibile continuare”. Il Federale ha sposato la sua linea. ”Nelle prossime settimane, dopo il congresso che deciderà anche delle alleanze”, hanno riferito Andrea Gibelli, il vice leghista di Formigoni, e il capogruppo in Regione Stefano Galli, “faremo ulteriori valutazioni, fra cui l’eventuale abbinamento di elezioni anticipate in Regione ed elezioni politiche nel 2013”.
Individuato l’orizzonte temporale per cercare di uscire dall’impasse, i leghisti non si sono spinti oltre, attendendo le decisioni dell’alleato anche per gestire la transizione in modo soft. Formigoni oggi non ha commentato le novità politiche. Il capogruppo del Pdl al Pirellone ha fatto però capire come la pensano da quelle parti. ”Visto l’attacco mediatico senza precedenti al quale siamo sottoposti, è doveroso che la Lega chieda di vedere chiaro”, ha detto Paolo Valentini, capogruppo del Pdl al Consiglio regionale. “Ma quello lombardo è un modello che anche in Veneto e Piemonte ha garantito governabilità e buoni risultati: prima di accantonarlo è necessaria una riflessione”.
Dunque, l’equilibrio nella maggioranza di centrodestra sarà anche precario ma per ora non si tocca. Ed è soprattutto per questo che nelle opposizioni di centrosinistra c’è prudenza sulle reali intenzioni leghiste, pur essendo tutte d’accordo (tranne l’Udc) che il voto anticipato sia la soluzione giusta.
Chiara Cremonesi, di Sel, ha sfidato la Lega a votare una (nuova) mozione di sfiducia a Formigoni, ma non si tratta di un’iniziativa condivisa da tutte le minoranze. L’impressione è che una mozione di sfiducia possa ricompattare la maggioranza, quindi meglio aspettare gli sviluppi. Il capogruppo del Pd, Luca Gaffuri, ha comunque confidato la ”sensazione che questa Lega attendista cerchi in tutti i modi di tenere in piedi la baracca, perchè con il voto rischia di farsi molto male”.
Sarà lunedì prossimo, l’indomani del congresso federale, l’occasione per un primo confronto diretto tra la Lega e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.
Anche se non è ancora chiaro se ci sarà un faccia a faccia con Roberto Maroni, lunedì con ogni probabilità, come si è appreso da fonti del Carroccio, ci sarà un incontro tra il gruppo leghista del Pirellone con lo stesso Formigoni e il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini.

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