Lettere al direttore

Il gesto “inginòcchiato” di Enrico Letta, di fronte alla stele nel luogo esatto dello scoppio dell’ordigno

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Brescia. Questo 48esimo anno in ricordo delle vittime della strage neofascista di Piazza della Loggia il leader del Partito Democratico, Enrico Letta, il quale era tra noi per partecipare alle manifestazioni per ricordare l’attentato di Piazza della Loggia a Brescia, mi ha commosso, scosso nell’essersi inginocchiato, difronte alla stele commemorativa nel luogo esatto dello scoppio dell’ordigno, una simbologia cristiana per parlare, con tutta la forza di quei secondi trascorsi in silenzio, al Paese; che “unisce, ci accompagna tutti noi in una colpa di cui non è responsabile e non siamo responsabili e, chiede un perdono di cui lui stesso non ha bisogno. Quindi si inginocchia lì per il Paese e per Brescia”.
Il gesto “inginòcchiato” di Letta ben riassume la parabola di 48 anni in ricordo delle vittime della strage una intera vita dedicata a ogni forma di ricerca della verità, dei responsabili, nel capire perché tanta violenza, e ancora troppe ombre, promuovendo a molti livelli – locale, nazionale e internazionale – la riconciliazione, l’uguaglianza e la pace e la salvaguardia della democrazia. La memoria unisce il presente al passato e diventa auspicio per il futuro: perché si rinnovi la speranza o, al contrario, non si debbano ripetere gli stessi errori. Per questo non possiamo dimenticare ciò che accadde quarant’anni fa, in piazza della Loggia. Dimenticare costa. Ed è un costo che riguarda tutti: in particolare le nuove generazioni.
Letta avrebbe potuto evitare, come fanno molti politici privi della sua visione e del suo coraggio, di insistere su un tema delicato come inginocchiarsi, a maggior ragione potendo vantare un passato privo di ombre. Il gesto dell’inginocchiarsi è per dire che quella strage 8 i morti 103 i feriti, avvenne anche contro l’attività del sindacato, è un modo di dire anche quanto il ruolo delle rappresentanze sia fondamentale. Un messaggio forte per dire che la democrazia ha bisogno di memoria e creare un cammino culturale di “riconciliazione”, non si chiamino vittime ma caduti consapevoli militanti partecipi dell’antifascismo.
Forse “inginocchiarsi” è proprio questo, Non registrare i fatti del passato, ma far succedere le cose nel futuro. Per una città di Brescia sempre e comunque #Antifascista nel rispetto dei valori della nostra Costituzione. Io appartengo alla generazione che ha appreso dal gesto nell’inginocchiarsi di Enrico Letta e, percepito qual somma di sofferenze sia stata necessaria da donne e uomini di Brescia, per restituire il Paese alla vita civile.
Celso Vassalini

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