Viva il Corpo degli Alpini! Viva l’Italia! Viva la Repubblica!
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l’Alpino Padre Marcolini ripeteva sempre un detto: se una giornata comincia male, poi la strada è tutta in salita , quindi “Ocio a la pèna”. Suggerirei all’ Associazione Nazionale Alpini, di organizzare, impiegare per una prevenzione O.P.- Ordine Pubblico, come già viene fatto in occasione di cortei, manifestazioni, scioperi, pattugliamenti in città, controllo partite di calcio. Al massimo rispolverare la “ronda, da volontari/e penne nere”, nelle ore di libera uscita nel radunarsi, ritrovarsi di migliaia di alpini, ma solo per controllare il buon comportamento di tutti. Inoltre, si fa notare che ci sono centinaia, se non migliaia, di giovani che pur non essendo alpini, approfittano della situazione: a costoro, per mescolarsi alla grande festa, basta infatti comprare un cappello alpino, per quanto non originale, su qualunque bancarella. Un occhio preventivo esperto di volontari/e O.P.- Ordine Pubblico, riconosce subito un cappello “taroccato e i soggetti infiltrati”…, Sai una cosa? l’Alpino Padre Marcolini ripeteva sempre un detto: se una giornata comincia male, poi la strada è tutta in salita, quindi “Ocio a la pèna”. Con oltre circa 75 mila penne nere provenienti da tutto il mondo della 93a Adunata Nazionale degli Alpini, dai comportamenti incivili segnalati e denunciati alle autorità preposte, che certo non appartengono a tradizioni e valori che da sempre custodisce e portano avanti le donne e gli uomini delle penne nere, relative a molestie che sarebbero state rivolte ad alcune decine di ragazze durante l’Adunata Nazionale degli Alpini. Se lo stoico e pagano Seneca affermava che il male genera solo male, successivamente la visione cristiana della Provvidenza ha rovesciato questo concetto, rivelando che, invece, molte volte ex malo, bonum, ossia che da un male può nascere un bene, così come ci ha insegnato diciassette secoli or sono Sant’Agostino. E infatti, di ciò l’esistenza dei Soldati della Montagna, rappresentano un sorprendente esempio. Ecco il perché ritengo importante questo contributo, della 93a Adunata Nazionale degli Alpini, per divulgare tra i nostri la notizia dell’esistenza di una realtà che rende onore alla Associazione e con essa rende onore anche alla nostra Italia, Patria oltre che di poeti, di santi e di navigatori (come ha giustamente detto qualcuno), anche di buoni soldati di montagna, ossia di donne e uomini che dalla montagna, ove hanno faticato, sofferto e gioito al tempo stesso, hanno tratto insegnamento per essere migliori, per quello che le penne nere sono e rappresentano, ritengo quindi ingeneroso e ingiustificato veicolare un messaggio che associa la figura dell’alpino a quegli episodi di maleducazione. Gli alpini in congedo sono quelli che hanno scritto e continuano a scrivere pagine intense di sacrificio, amore e solidarietà, come testimoniano ad esempio la loro straordinaria presenza in milioni di ore di lavoro volontario prestate in un anno durante l’emergenza Covid, e che si impegnano a trasmettere i loro valori ai giovani. Le vostre Adunate sono un giorno di festa e di orgoglio che rinnova i sentimenti e l’empatia che legano il popolo a questo corpo delle nostre #ForzeArmate. Il Corpo degli #Alpini, della Protezione Civile, che affonda le proprie origini nella storia dell’unità d’Italia rappresenta una componente d’eccellenza dello strumento militare nazionale, con capacità operative esclusive sui terreni di montagna più ardui ed impegnativi, sia in #Patria che nelle missioni internazionali di pace a cui l’Italia partecipa su mandato del Parlamento. Un ringraziamento particolare va all’Associazione Nazionale Alpini per i valori tramandati in oltre un secolo di attività e per l’impegno da sempre svolto in campo sociale e nell’ambito dei dispositivi di protezione civile. Tante parole per descrivere il calore che ci avete portato sarebbero inutili… e allora quel calore lo riportiamo così! Ci avete fatto divertire e cantare, avete riempito le strade delle nostre Comunità con tanta gioia, le nostre piazze e i giardini si trasformano in un mondo quasi surreale. Ora il mio pensiero è in Adamello, vetta sacra della PATRIA. Li conservo nella memoria nel mio cuore, pensando alle loro famiglie, soprattutto alle loro mamme, mogli figlie rimaste orfane. Quanta fatica e quanto dolore sono stati necessari per “fare l’Italia e per farci sentire un popolo unito”.
Viva il Corpo degli Alpini! Viva l’Italia! Viva la Repubblica!
Cari Vèci/e Alpini/e, grazie!
Celso Vassalini
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