Lettere al direttore

Mattia Peli (Pd): “Se la responsabilità dello spiedo-gate è dello stagista…”

L’ormai tristemente celebre spiedo-gate che ha travolto la Comunità Montana della Valle Trompia negli ultimi giorni ha gettato molti dubbi circa la gestione operativa dell’ente.
Certamente le scuse del presidente Ottelli alla fine sono arrivate. Prima con le presunte attenuanti circa le dimensioni della sala che escluderebbero la possibilità di assembramento, poi con le precisazioni sulle differenze tra rinfresco e pranzo e infine con un accalorato invito a “inquadrare il fatto nella sua specificità”, il che francamente non vuol dire assolutamente nulla se non distogliere l’attenzione dalla mancanza di autocritica da parte dell’ente.
In questo Paese purtroppo siamo ampiamente abituati a scenari di questo genere, ma quello che colpisce è che in una sala di 23 commensali, di cui 20 dipendenti e due dirigenti, un colpevole è infine stato trovato: lo stagista che si è assunto la responsabilità della teglia di uccellini.
Ed è questo dettaglio che non lascia sereni.
Se il ragazzo ha sbagliato, essendo l’abbattimento di specie protette materia penale, pagherà sicuramente. Un conto però è avere la colpa, che è individuale, un altro è la responsabilità, che è un impegno collettivo.
E se la responsabilità di quanto accaduto non è del presidente, non è dei manager e neppure del tutor che per legge deve essere assegnato ad ogni stagista, di chi è?
Lo stage è un percorso formativo che prevede il raggiungimento di obiettivi non solo tecnici, ma anche e soprattutto comportamentali. E se accade che un qualunque stagista stia facendo qualcosa di evidentemente sbagliato, l’augurio è che il suo tutor in primis e poi i responsabili intervengano senza aspettare che siano le autorità a doverne correggere il comportamento. Perché certamente può capitare di sbagliare (in fondo è il motivo per cui le leggi prevedono sanzioni), ma lasciar sbagliare significa o negligenza o complicità.
È molto grave che in un’istituzione ci siano dirigenti che hanno tutti gli onori anche economici del caso e che risultino de facto sollevati dall’onere della responsabilità di quello che accade sotto il proprio tetto. È grave perché se è così che stanno le cose tutti possono essere dirigenti di Comunità Montana.
Viene da chiedersi come fa un ragazzo a svolgere un progetto formativo se non viene corretto e tutelato viste anche le voci che stanno circolando in merito a scambi di mail riguardanti la particolarità del “menù” nei giorni precedenti l’accaduto.
Questa storia mostra come l’unica persona con la maturità di assumersi la paternità delle proprie gravi azioni sia un ragazzo poco più che ventenne che percepisce un rimborso spese per apprendere un lavoro. Il resto? Non pervenuto.
E se per la direzione di Comunità Montana la questione più importante in questo momento è “garantire la credibilità e moralità delle istituzioni” è proprio a queste perplessità che deve dare una risposta forte.
Mattia Peli
Segretario Giovani Democratici Valle Trompia

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