Lettere al direttore

“The Lancet planetary health”, studio che si riferisce ai dati del 2015

Ho letto con attenzione l’articolo pubblicato il 19 gennaio su “The Lancet planetary health” che rende noto lo studio, molto accurato e bene condotto, sulla previsione di anni di vita persi e sulle morti evitabili a causa dell’inquinamento atmosferico,costruito incrociando dati di osservazione, sperimentali ed estremamente precisi, con dati estrapolati dalla letteratura .
Lo studio si riferisce al 2015, tant’è che nella parte finale dell’articolo gli autori esplicitano i limiti della loro ricerca, dovuti in particolare alla mancata disponibilità di dati più recenti, affermando che dai pochi dati a disposizione si è registrato un lieve decremento della mortalità dal 2015 al 2018, confermando un trend in diminuzione e che verosimilmente i dati relativi al 2015 sono, seppur di poco, sovrastimati.

L’articolo va a mio parere letto per intero, perché scientificamente e metodologicamente corretto e nella realtà della nostra città va analizzato insieme al primo rapporto dell’osservatorio Aria Bene Comune, stilato dal Comune con la collaborazione della Consulta per l’Ambiente, dei Consigli di Quartiere, dell’Università, di ATS e ARPA Regionale, attraverso un confronto serrato sui dati e la loro interpretazione, Osservatorio che affronta, insieme ad una chiara esposizione di dati, tematiche non certo secondarie nella valutazione dello stato della nostra aria, quella che tutte e tutti noi respiriamo, ad esempio i cambiamenti climatici oppure il dato sulla mortalità generale, correlato anche al livello di istruzione, oltre che agli stili di vita, correlati a loro volta alla condizione sociale ed economica.

Siamo immersi nel “catino” della pianura padana, l’inquinamento atmosferico non si ferma ai confini delle città, strette dalle grandi arterie di traffico.
Serve un impegno, insieme, di tutti i Comuni e le Regioni dell’area padana e poi che ogni Comune faccia la sua parte, nella consapevolezza che il danno sulla salute non è sempre e solo un danno immediato ma può essere rilevato nel corso di anni, molti anni. Quindi serve un lavoro costante con le istituzioni preposte alla tutela della salute pubblica per monitorare i cittadini e le cittadine, i bambini e le bambine della nostra città e dell’intera area padana con continuità, sulla base dei dati indicati sia dal lavoro di Lancet che dal report dell’Osservatorio.

Il tema non è tanto quello di giudicare la classifica, che dà sicuramente angoscia e incertezza sul futuro, come la pandemia Covid da cui ancora non siamo usciti, e poi allontanare il problema, ma guardare in faccia il problema e agire subito, sapendo che le misure previste dal Piano Regionale sulla Qualità dell’Aria sono del tutto inadeguate e manca a tutt’oggi una politica nazionale sull’aria.
Vanno indicate con chiarezza le risorse, come bene è descritto nel rapporto dell’Osservatorio, bisogna spenderle bene e portare a casa il risultato di una diminuzione significativa di inquinanti e di una diminuzione altrettanto significativa di malattie e morti attribuibili all’inquinamento atmosferico.

Le parole del Rapporto sono impegni precisi, definiti che siglano un patto tra cittadini, comune e istituzioni sul tema della salute e dell’ambiente.
Bisogna fare presto, bisogna avere coraggio e visione, bisogna tenere d’occhio le soglie e subito agire, bisogna qualche volta fare di più e meglio di ciò che la Regione suggerisce, ogni esistenza è preziosa, il nostro dovere di comunità politica che governa la città, è proteggerla, aggiungere vita agli anni, osare il futuro, attraverso scelte anche difficili che magari non portano voti ma salvano

Donatella Albini
consigliera comunale delegata dal sindaco alle politiche della Sanità

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