Lettere al direttore

Perché è indispensabile che Villa Zanardelli rimanga pubblica

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Con questa lettera i firmatari intendono richiamare l’attenzione delle autorità sulla vicenda che riguarda la sorte della villa Zanardelli, situata sulla sponda bresciana del lago di Garda nel comune di Toscolano-Maderno, dimora storica del grande statista avv. Giuseppe Zanardelli, che vi soggiornò negli ultimi 15 anni della sua vita.
La Fondazione, che ne ha attualmente la proprietà, ha deliberato di venderla con la procedura consistente in asta pubblica, al fine di poter svolgere al meglio con il prezzo ricavato i suoi compiti statutari di assistenza sociale, consentendo una migliore sistemazione in strutture più adeguate dell’Anffas che da molti anni occupa la villa ospitando handicappati.

Si tratta di un immobile di grande pregio architettonico (opera dell’arch. Tagliaferri) di circa 8.000 mq con unparco di 17.000 mq con olivi, statue di pregio, una vecchia limonaia e con accesso diretto al lago. All’interno ci sono affreschi dell’epoca e quadri attribuiti a Ximenes e a Bertolotti che raccontano i momenti più salienti della vita politica dello statista bresciano.
Dai numerosi convegni di studio che hanno posto in rilievo le riforme epocali da lui realizzate come ministro di Giustizia prima e poi come presidente del Consiglio, dal codice penale a lui intitolato, al codice di commercio e alla legislazione sul lavoro con l’eliminazione del reato di sciopero,appare un modello difunzione politica svolta al servizio del bene comune.

Alcuni libri (ad esempio quello di Giampaolo d’Andrea dedicato al viaggio in Basilicata) e recenti servizi televisivi (Passato e presente a cura di Mieli) hanno messo in rilievo che fra le priorità della sua agenda politica avevano il primo posto quella di promuovere lo sviluppo di un mercato nazionale sostenendo l’imprenditoria italiana e quella di sollevare le condizioni di inferiorità economica delle province meridionali del Regno d’Italia, politica fortemente sostenuta dall’imprenditoria bresciana dell’epoca all’insegna del valore in allora largamente condiviso e dominante dell’Italia Unita. Per non dire dell’alta concezione che Zanardelli aveva dell’avvocatura come professione al servizio dei diritti dei cittadini.

Per ricordare la memoria di questo grande liberale l’auspicio dei firmatari della lettera è dunque che la villa che lui aveva fatto costruire per farne la sua dimora sulle rive di un lago da lui molto amato possa rimanere adibita ad un servizio pubblico preferibilmente culturale e che lo Stato o altro ente da questo individuato possa acquisirne la proprietà. L’immobile è stato dichiarato nel 2016 con D.M.di interesse storico-artistico a sensi dell’art. 10 del codice dei beni culturali e quindi è sottoposto a tutte le disposizioni ivi contenute, tra cui quella secondo cui non può essere adibito a usi non compatibili con il carattere storico o artistico e quella secondo cui ogni opera che si voglia eseguire in esso richiede l’autorizzazione del Soprintendente.

Le proposte di utilizzo della villa così come è, dopo il necessario restauro, possono essere tante (un museo, la sede di una scuola dell’avvocatura, Centro Studi e altro), ma ciò che conta è che un bene di così alto valore storico non sia sottratto alla comunità locale e alla cittadinanza bresciana che può vantare un così illustre concittadino che non merita di essere dimenticato e la cui memoria deve trovare una sede che ne assicuri la conoscenza da parte dell’intero nostro Paese. Dobbiamo molto a Giuseppe Zanardelli.

Firmato: il presidente della Fondazione Centro Studi  Toscolano, Giovanna Visintini
(aderiscono il presidente del Consiglio dell’Ordine dgli avvocati di Brescia, Fausto Pelizzari,  e diversi professori universitari, esperti studiosi del ruolo svolto da Giuseppe Zanardelli: Guido Alpa, Fulvio Cammarano, Aldo Andrea Cassi, Roberto Chiarini, Gisella De Simone, Riccardo Ferrante, Luigi Maione, Gianni Marongiu, Alberto Martinelli, Sergio Vinciguerra).

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