Lettere al direttore

Calabria, la Sanità è commissariata ma il commissario non lo sa

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Se non fosse un fatto gravissimo ci si potrebbero costruire su intere puntate di programmi satirici.
Nemmeno Lercio sarebbe arrivato a pensare ad un post del tipo: il commissario non conosce la sua commissaria.
Eppure in questo strano anno-covid che difficilmente scorderemo è accaduto anche questo, che il Commissario Cotticelli non sappia di essere lui il responsabile del piano covid. Ho guardato e riguardato il video di Titolo V, il nuovo programma informativo di Rai3 condotto da Francesca Romana Elisei e Roberto Vicaretti, toccando di volta in volta gli estremi degli stati d’animo: rabbia, ilarità, stupore, quasi compassione, ed infine anche una sorta di solidarietà maschile quando si è sentita quella voce femminile, che ho voluto immaginare fosse della moglie, riprendere Cotticelli come solo una donna sa fare quando si accorge che il marito sta per dire una irrimediabile cazzata.

Altrettanto grave però, ed in questo caso senza nessun spazio per poter sorridere, è il mancato controllo di chi ha la responsabilità di aver nominato e di aver dovuto controllare l’operato di un commissario che opera in un settore delicatissimo come quello che riguarda la salute di cittadini italiani.
Sono oltre dieci anni che lo Stato ha tolto alla Regione Calabria, assumendo direttamente, attraverso un suo commissario, la gestione della sanità pubblica in Calabria. Decenni che invia commissari in Calabria per provare a rimettere in piedi la sanità pubblica, ma questi, oltre che a effettuare tagli, chiudere presidi ospedalieri e invitare i calabresi a migrare anche per farsi curare, non hanno saputo fare di meglio, se non lasciare sulla pelle, e sulla salute, dei cittadini calabresi, un buco di 160 milioni di disavanzo, senza che, evidentemente dovessero dar conto del loro operato.

Le prossime elezioni regionali in Calabria rappresentano davvero l’ultima possibilità prima di toccare il punto del non ritorno. La casa dei calabresi, la Regione Calabria, non può più essere politicamente ristrutturata, va politicamente rasa al suolo, scavando fin sotto le fondamenta di quello strato istituzionale che non può prescindere dalle responsabilità che hanno ridotto, fino ad annullare, ogni diritto, dalla salute al lavoro, dallo studio alla mobilità, dei cittadini calabresi.
La soluzione non sarà mandare a casa questo o quel governo politico regionale, sarà necessario che alle prossime elezioni regionali il meglio del civismo locale si assuma la responsabilità di occuparsi della cosa pubblica per riprendere in mano il futuro di quella terra che fu Magna Grecia ed oggi è l’ultima Regione di tutta la Comunità europea.
Massimo Mastruzzo
Direttivo nazionale M24A-ET

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