Lettere al direttore

Autostrada della Valtrompia, “esposto alla Corte dei Conti”

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    (red.) La sentenza del Tar, che supera l’ultimo ostacolo per l’apertura del cantiere della galleria della Valtrompia ha scatenato una serie di reazioni sorprendenti. Il presidente della Provincia esulta perché il TAR ritiene ancora valida la vecchia valutazione ambientale a maggior ragione perché le varianti al progetto avvenute in questi anni hanno ridotto le dimensioni delle opere previste nel progetto originario. Infatti la galleria doveva essere a doppia canna quindi due corsie per senso di marcia ed invece se ne farà solo una. Ciò significa che i costi dovrebbero dimezzarsi ed invece restano gli stessi 200 milioni. La domanda che non si è fatto il giudice del TAR se la farà la Corte dei Conti cui presenteremo un  esposto e  quindi  l’Anas deve stare bene attenti ai passi che farà visto che è evidente il danno erariale.  Con il progetto dimezzato perché non è stata dimezzata anche la spesa. Questa domanda il giudice non de l’è fatta purtroppo. E’ un azzardo definire strategica questa opera sia perché in questi anni con la delocalizzazione delle industrie il traffico è diminuito sia perché in futuro il traffico non crescerà con il mezzo privato ma con quello pubblico grazie al piano trasporti che proprio la provincia sta predisponendo. 

     

    Le risorse, circa 155 milioni, ancora non spese per l’autostrada della Valtrompia (progetto vecchio di trent’anni) servirebbero invece per  risolvere i problemi in  decine di punti critici della viabilità bresciana: ponti, gallerie e gli incroci pericolosi. Asfalti drenante, copertura delle buche  e nuova segnaletica verticale ed orizzontale  renderebbero le strade con standard di  sicurezza per i  traffici veicolari di persone e merci.  Si tratterebbe di mettere in  sicurezza  450  ponti e i 40 km di gallerie (piene di buche e male illuminate e con perdite d’acqua) che insistono sul territorio. Queste sono le priorità alla luce anche della cronica assenza di risorse delle provincie per la manutenzione. Con queste spese diffuse sul territorio il moltiplicatore occupazionale sarebbe doppio. 

    Dario Balotta, Europa Verde

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