Lettere al direttore

«Sblocca Italia: Onlit, è una nuova legge obiettivo»

La parte  infrastrutturale del decreto Sblocca Italia si sta rivelando una legge obiettivo bis. Il lungo elenco delle opere è giustificato più da una logica spartitoria che dalla necessità delle stesse. Lo schema è sempre uguale, evitare analisi economiche indipendenti per poter erogare le (scarse) risorse pubbliche a pioggia. Puntare sulle grandi opere che sostengono una industria tecnologicamente “matura”, chiusa alla concorrenza ma apertissima alla corruzione in questa  fase, è il contrario di ciò che dovrebbe fare un governo progressista di fronte alla crisi che stiamo attraversando. Prospettive di sviluppo occupazionale sono da ricercare nell’informatizzazione del settore, nell’innovazione della logistica e nella gestione aperta alla concorrenza  di porti, aeroporti, e società di trasporto che somigliano più a grandi Aziende sanitarie locali che a imprese di servizi. A cosa serve l’Alta velocità a Malpensa se Ethiad ha indicato per lo scalo della brughiera la funzione di trasporto cargo è inspiegabile. Cosi come è  sorprendente che i collegamenti Alta velocità con Malpensa, Fiumicino e Venezia per 3 miliardi di costi vengano dettati dalla compagnia emiratina.  Andrebbero modificati le procedure di realizzazione delle opere per evitare di continuare a pagare l’alta velocità ai costi più alti del mondo. E’ sbagliato pensare  contemporaneamente a tre valichi ferroviari per le merci (Brennero, Val Susa e Terzo Valico) quando il trasporto cargo su ferrovia è ai minimi storici per motivi “gestionali” e non infrastrutturali. Rivedere il festival degli orrori di questa lunga lista di opere uscita dal consiglio dei Ministri è una necessità. Il previsto allungamento della concessioni autostradali è in perfetta linea con questa logica. Affidare le nuove opere  ai vecchi concessionari che rafforzano così le loro rendite di posizione allargandogli l’area delle defiscalizzazioni in cambio del prolungamento automatico delle concessioni. Giusto il contrario della normativa europea e degli indirizzi dell’auntitrust  italiana. Dopo la limitazione delle competenze manca la completa soppressione delle Soprintendenze per per accelerare la cantierizzazione delle opere  e in un attimo ci ritroviamo nella fase caotica della urbanizzazione degli anni 60’.

Dario Balotta Presidente Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti

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