Lettere al direttore

Sindacati e terrorismo rosso, quando i giornali fanno confusione

Egr. Direttore, Gent.le Redazione,
alcuni giorni fa su un giornale locale è apparso questo titolo: “Terrorismo rosso, mea culpa dei sindacati”. Introduceva un articolo su un’iniziativa promossa nell’ambito delle celebrazioni del 40° anniversario della strage di Piazza Loggia, un convegno con la presenza di alcuni ex rappresentanti sindacali e della Casa della Memoria.
Non eravamo presenti all’incontro, quindi non ne daremo alcun giudizio. Per indagare seriamente però il rapporto tra il sindacato e il terrorismo brigatista è obbligatoria la conoscenza critica di una stagione che ha coinvolto milioni di uomini e donne protagoniste del cambiamento civile e sociale del Paese, principale punto d’origine dello stragismo fascista.
Meno chiaro è il legame di quelle vicende con Brescia. Ancor più nel contesto delle iniziative di commemorazione della Strage. Brescia e la sua provincia sono state forse l’unico grande insediamento operaio dove il terrorismo rosso non ha mai attecchito, anzi ha trovato nella risposta unitaria e decisa di decine di migliaia di uomini e donne la ragione del suo isolamento prima, e della sua sconfitta dopo. Non ci è chiaro allora cosa avrebbero “ammesso” i sindacati in quell’assise. Da anni Casa della Memoria ha avviato un percorso di ricerca importante non solo sulla strage ma in generale sulla violenza politica e sui disastri umani, civili e sociali – oltre alle indiscusse sconfitte – che essa ha diffusamente provocato.
La strada del ripudio della violenza rifugge banalizzazioni, semplificazioni e chiacchiericcio. È un percorso difficile, mai scontato, che per essere autentico non può abbandonare l’analisi precisa di ogni contesto, di ogni realtà. Gandhi, Capitini, Luther King, Mandela, hanno scelto una parte, sempre! Hanno sempre indicato, e differenziato, aggressori da aggrediti, oppressi da oppressori, violenza primaria da violenza secondaria, provocatori da provocati. Pur senza mai chiudere la porta del rispetto e del dialogo, con chiunque. Su questa strada la differenza tra la cosa giusta e quella sbagliata è di carta velina. La differenza tra l’assunzione autentica delle proprie responsabilità, l’ammissione circostanziata dei propri misfatti e l’opportunismo ipocrita e codardo è un abisso, come nell’esperienza sudafricana della commissione per la verità e la riconciliazione. Ironia della sorte – si fa per dire – proprio su quella pagina, a fianco a quel titolo, scopriamo che uno studente bresciano su tre pensa che la bomba l’abbia messa la mafia e un altro su tre il terrorismo rosso. Quando i messaggi sono così confusi e l’analisi così superficiale come stupirsi di certi risultati. Viene da dire: Complimenti!

Claudia Capra, Mimmo Cortese, Roberto Cucchini – Brescia

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