Lettere al direttore

«Brescia, le nuove sfide per l’infanzia»

Il costante calo in questi ultimi anni  delle iscrizioni/presenze di bambini/e nei nidi o nei servizi dedicati alla fascia 0-3 anni, così come la tendenza alla diminuzione delle iscrizioni/presenze alla scuola dell’infanzia (3–6) anni è un fenomeno preoccupante che non riguarda solo Brescia, ma un po’ tutta Italia. E’ questo un dato di fatto che deve preoccuparci e spingerci ad approfondite riflessioni per la ricerca di cause e rimedi. Il fatto che il fenomeno sia diffuso in  Italia, non può consolarci, né possiamo limitarci ad attribuire la causa alla crisi economica. Certo la crisi induce le famiglie che non possono sostenere i costi delle rette e della mensa scolastica a non mandare a scuola i piccoli, ma io credo che se indagassimo davvero fino in fondo scopriremmo che accanto a carenze legislative ed amministrative per tutto il settore dell’infanzia (0/3 e 3/6 anni) c’è una grande sottovalutazione dell’importanza dei servizi educativi (ovviamente se di qualità) per lo sviluppo individuale e sociale dei cittadini più piccoli e una diffusa disattenzione verso i diritti fondamentali dei bambini tra cui proprio il diritto alla cura e alla educazione che sono fortemente intrecciate in  tutto il periodo 0/6 anni.
Allora io credo che per fermare l’emorragia di iscritti dai nidi e dalle scuole dell’infanzia e riprendere con forza l’estensione di una offerta formativa di qualità sia necessario un salto culturale, un diffuso cambio di mentalità e poi l’approvazione di leggi adeguate. Sono convinta che il Disegno di legge n. 1260 “Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle pari opportunità di apprendimento”, prima firmataria la senatrice Francesca Puglisi (PD), dia le risposte su entrambi i piani.
Sul piano culturale propone una svolta radicale che sottolinea l’aspetto educativo dei servizi per tutto lo  0/6 (anche  per lo 0/3 considerato finalmente educativo a tutti gli effetti e non più “a domanda individuale”) superando così le visioni assistenzialistiche. Propone anche una concezione universalistica  con la scelta di un approccio universalistico, che mira a garantire a tutti i bambini l’accesso a servizi educativi di qualità poiché vede nei servizi educativi prescolari un pezzo del welfare che può svolgere una importante funzione nella riduzione delle disuguaglianze.
Sul piano della normativa propone un’altra importante svolta: escludere dal patto di stabilità gli interventi pubblici relativi al funzionamento dei servizi per tutto il settore 0/6; ridisegnare puntualmente i compiti dello Stato, quelli delle Regioni per superare gli attuali 21 sistemi di normative completamente diversificate in materia di servizi per l’infanzia, e quelli degli Enti Locali. Soprattutto oltre a investimenti sicuri i servizi educativi avrebbero un solo Ministero di riferimento certo. Oggi le competenze sui servizi educativi sono prive di un coordinamento centrale e devono districarsi  fra Presidenza del Consiglio-Dipartimento per le politiche della famiglia, Ministero del welfare e del lavoro, Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca,  il Ministero dell’economia e il Ministero dell’interno.
Il Disegno di legge n. 1260 è tuttora in discussione al Senato, penso che se ne diffondessimo l’informazione e la conoscenza dei contenuti, se animassimo un dibattito attorno a questi importantissimi temi potremmo concretamente contribuire ad una  svolta culturale.
Sono altresì convinta  che l’Amministrazione Comunale di Brescia saprà affrontare le nuove sfide per l’infanzia con l’obiettivo di accrescere il benessere dei cittadini più piccoli il cui futuro comincia già adesso.

 Laura Parenza              Consigliere Comunale gruppo PD

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