Lettere al direttore

“Consigli di quartiere, ecco perché si rischia uno slittamento”

Egregio Direttore,
il dibattito sulle Consulte di Quartiere è entrato nel vivo. L’iniziativa opportunamente assunta dall’assessore Marco Fenaroli ha rianimato il confronto sugli obbiettivi da conseguire, nonché su tempi e modi della loro realizzazione. Per quanto riguarda gli obbiettivi (consulte di quartiere, voto ai residenti…) il Programma del sindaco Del Bono è chiaro, frutto d’una condivisione generalizzata nel centro sinistra.
Alcuni interrogativi possono eventualmente riguardare le modalità del percorso, avendo alle spalle il grave ritardo d’una mancata riforma delle Circoscrizioni, avviata in Loggia, con una delibera di Giunta (del 24.10.2011) e con impegni – del tutto disattesi – da parte dell’allora assessore Rolfi.
Si è così arrivati a fine consigliatura con una semplice abrogazione delle norme dello Statuto, riguardanti appunto le Circoscrizioni. Soppresse, come si ricorderà, dal ministro Calderoli.
Il percorso indicato da Fenaroli è impegnativo ed è auspicabile che si possa realizzare nei tempi previsti. Ovvero nella primavera del 2014. Ma vanno altresì valutati, fin d’ora, tutti i problemi realizzativi, connessi alla necessità di promuovere un esteso confronto con la città e con l’associazionismo, in particolare, anche al fine d’evitare una definizione delle regole in ambito solo istituzionale. Oltretutto sono da considerare anche gli appuntamenti elettorali delle europee (e fors’anche delle elezioni politiche). Non solo per gli aspetti procedurali ed organizzativi, ma come focus d’interesse sul tema della partecipazione territoriale, oggi molto problematico, a livello di opinione pubblica.
Il rischio è quello d’uno slittamento dovuto a vari fattori obbiettivi. Non ultimi anche quelli alimentati da tensioni politiche che, per quanto strumentali (com’è avvenuto ieri in Commissione consiliare sulla questione dei “residenti”), alimentino il peggior clima. Altro che “lista unica” ed il suo intento civico, con i Quartieri trasformati in un campo di battaglia. Quasi una nuova prova di forza – per la quale dover poi riesibire i muscoli per vincite e rivincite, per picche e ripicche – rispetto alla battaglia da poco conclusasi in Loggia!
Forse non è del tutto inopportuno che possa essere valutata l’ipotesi d’un percorso che mantenga gli obbiettivi di fondo, ma che preveda, altresì, una tappa intermedia. Una tappa di “rianimazione” partecipativa, oggi spenta, ma da compiere subito (come m’ero permesso di proporre mesi fa in un convegno delle Acli di S.Polo) facendo leva sull’associazionismo e sui comitati. Aprendo così una “fase costituente” che si proponga di realizzare, con il tempo necessario, un nuovo Regolamento.
In alcune città (Pisa, Modena ..) sono previste elezioni di secondo livello delle Consulte di quartiere, con un meccanismo poco convincente perché risente d’un problematico “partitismo”. Ma nulla impedisce che l’approvazione delle Consulte territoriali – in fase costituente – sia fatta anche a Brescia dal Consiglio, ma sulla base di forme partecipative più ampie a livello di quartiere, che facciano appunto leva sull’associazionismo e con proposte che prevedano anche espressioni di voto di tipo assembleare o altro. Ma comunque diverse dall’indizione di vere e proprie elezioni comunali (liste elettorali, con l’aggiunta delle liste di sedicenni e di residenti), quindi effettuate anche con un rilevante impiego di risorse umane ed economiche da parte del Comune.
Si potrebbe quindi dar luogo in tempi rapidi anche ad una rappresentanza dei trenta quartieri, tramite i loro presidenti, a livello delle cinque (o delle nove precedenti ) Circoscrizioni. Con una Conferenza dei Presidenti di Circoscrizione che si interfacci con la Giunta municipale. Una riforma che nel ridiscutere la partecipazione civica ricomprenda anche le Consulte di Casa delle Associazioni. Stabilendo così un nuovo rapporto tra Consulte tematiche e territoriali. A differenza del Comune di Piacenza che ha sostituito le Circoscrizioni territoriali con le Consulte tematiche.
Impegni da definire in “fase costituente” e da poter completare nei tempi dell’attuale consigliatura e con le elezioni dei quartieri che, a quel punto possano essere dirette e da svolgersi in concomitanza con il rinnovo del Consiglio Comunale.
Vi è una diversità sostanziale rispetto agli anni ‘70. Allora la Loggia regolava una spinta partecipativa spontanea molto forte, oggi le regole vanno pensate, ma per poter far riprendere una partecipazione territoriale che langue. E la scelta del miglior percorso penso sia fondamentale per gli obbiettivi stessi che s’intendono raggiungere.

Claudio Bragaglio

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