Lettere al direttore

Bragaglio: “Dopo l’abolizione di circoscrizioni, siamo in una fase critica”

Egregio Direttore,
l’iniziativa sulla partecipazione, promossa a San Polo (Brescia) dalle Acli con l’intervento dell’assessore Fenaroli, ritengo sia quanto mai meritevole di attenzione. Come lo sono le posizioni, seppur diverse, espresse dai consiglieri Gamba (M5S) e Maione (PDL). Nonché le proposte delle Acli stesse, motivate da Rossini e Mantovani, da sempre molto attente a questo tema.
L’orizzonte riguarda il rilancio dei Quartieri, che nella storia bresciana hanno radici profonde. A fronte della soppressione delle Circoscrizioni, imposta dal ministro Calderoli. La Giunta Paroli aveva evidenziato il problema, con una delibera del 24.10.11, e pure individuato due possibili percorsi, poi entrambi disattesi dall’allora assessore Rolfi.
Ma il tema irrisolto, a mio giudizio, è non solo il “che fare”, ma anche il “quando”. Mi spiego meglio. Le Circoscrizioni sono rimaste attive, anche come organi di decentramento, fino alle elezioni. Seppure con i limiti che sappiamo. Ora ci si trova in una fase critica di vuoto totale. Anche nel rapporto con l’associazionismo di territorio, come ha ben ricordato l’ex presidente Lini.
Se il periodo ipotizzabile per la costruzione d’un nuovo assetto può essere d’un anno si tratta intanto di definire, nell’immediato, le soluzioni da adottare (deleghe, avocazione, surroga,..) per la temporanea attribuzione di alcune competenze abrogate con la modifica dello Statuto, votata dal centro destra il 5.4.13. Infatti con tale modifica ci si è limitati a stabilire la “possibilità” di costituire “Consulte articolate su base territoriale”. Ma rinviando il tutto ad un nuovo Regolamento. Nel frattempo la partecipazione territoriale sui procedimenti amministrativi (pareri su bilancio, opere pubbliche, servizi, assegnazione di contributi…) è stata statutariamente soppressa.
Sul piano politico, il rischio è quello di sovraccaricare con un eccesso di aspettative il futuro della partecipazione civica. Con la moltiplicazione anche di possibili soluzioni che finiscano però per dilatare troppo nel tempo la conclusione del percorso. Mentre nel frattempo rimarrebbe mortificata l’effettiva partecipazione dei cittadini e dell’associazionismo.
L’urgenza, a mio parere, della partecipazione dei cittadini (e non solo d’una discussione “sulla partecipazione”) è data proprio dal cambio di fase politica rispetto agli anni ’70. Allora si trattava di dare regole al crescere d’una partecipazione che era già in campo. Oggi, di fronte all’evidenza d’una crisi profonda, si tratta, viceversa, di darsi nuove regole che rimotivino da subito la partecipazione stessa. La scelta fatta dalla nuova Giunta Del Bono, a favore dei Consigli di Quartiere, è sicuramente la più valida ed opportuna.
Restano da approfondire alcuni punti.
1) La saldatura tra partecipazione e decentramento è essenziale. A tale proposito i nodi da sciogliere riguardano la conferma (o meno) delle cinque circoscrizioni, da intendersi come “municipalità”. Consapevoli della differenza che vi dev’essere tra quartieri (partecipazione) e municipalità (decentramento di servizi e co-decisionalità amministrativa).
2) Il numero dei 31 quartieri, con relativi Consigli, può essere ridotto per accorpamento? A mio parere solo in minima parte. L’identità dei vari Quartieri ha tratti distintivi. Anche perché una “sintesi” ha ragion d’essere più a livello circoscrizionale, come sede di servizi e di rappresentanza dei presidenti dei Consigli.
3) Per evitare un vuoto partecipativo, molto rischioso, sarebbe forse opportuno definire una Road Map, che preveda entro i primi mesi del 2014 una decisione consiliare, in modo da poter attivare gli organismi della partecipazione nei mesi successivi. Con le elezioni (e modalità da definirsi), considerando che molte forze hanno escluso nomine fatte solo dall’alto, dal Consiglio Comunale.
Come ho sostenuto nell’incontro delle Acli, mi sembra preferibile si dia corso in tempi utili a nuove esperienze partecipative dei cittadini, dell’associazionismo e dei comitati – magari in forme perfettibili in “fase costituente” – piuttosto che inseguire una defatigante “geometria perfetta”. Con il rischio dell’essicazione delle realtà partecipative ancora in vita, che invece meritano – fin da subito – di essere valorizzate. Cruciale, oltre la discussione sulle “forme”, è il confronto – come ha sottolineato Fenaroli – sui problemi reali dei cittadini e le soluzioni da mettere in campo.

 Claudio Bragaglio

 

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.