Lettere al direttore

Albini (Sel): “Essere donna è tornato ad essere un pericolo”

Difficile e doloroso prendere la parola dopo l’uccisione di Carmela, venerdì. Prima di lei, che saluto con infinita tristezza, cento donne sono state uccise da mariti, ex-mariti, fidanzati, ex-fidanzati, compagni, ex-compagni, perché nel 70 per cento dei casi i delitti si compiono in famiglia, perché il pericolo per le donne è la strada, la notte, ma lo è molto di più la casa, il giorno, la normalità.
Casa, coppia, famiglia, solida o dissestata, borghese o povera, la violenza si confonde con gli affetti, si annida là dove il potere maschile è stato sempre considerato naturale. Erano donne le cui vite non avevano nulla di eroico, a parte gli eroismi quotidiani, invisibili agli uomini, di cui è fatta l’esistenza femminile.
Sono uomini che aggrediscono e uccidono per darsi potere, l’unico che conoscono, quello che si misura sulla quantità di sofferenza inflitta al prossimo.
E le donne lo sentono questo rancore muto e protervo che sale dal mondo maschile: rancore per la loro libertà, per la loro capacità di non avere padroni, di non dipendere, di non avere bisogno, di cavarsela da sole anche quando, troppo spesso, sono lasciate sole.
Essere donna è tornato ad essere un pericolo ed è la sua debolezza fisica ad essere colpita: minacciandola, spaventandola, violentandola, uccidendola.
Va rotta quell’antica complicità che, col silenzio e l’indifferenza, legittima la cultura del non rispetto e della violenza sulla mente e sul corpo delle donne, dentro e fuori le mura domestiche.
Va ritrovato il seme della convivenza e del rispetto. Va nominata l’etica della responsabilità nelle pagine della politica, e con urgenza, con grande urgenza, perché si muore o si muore dentro, senza più la capacità di amare, sorridere, progettare; e va fatto approntando misure di protezione contro la violenza di genere, non solo legislative ma concrete, case per donne maltrattate, aiuti economici alle case delle donne e inserendo la violenza di genere come materia curricolare nelle scuole superiori.
Va fatta rientrare la vita nella politica, con umiltà, coraggio, passione dell’altro, altrimenti non é politica.

Donatella Albini, capogruppo in Loggia di Sel Brescia

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