Lettere al direttore

Balotta: “Nulla di virtuoso nella crescita di Trenord”

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Non c’è nulla di virtuoso nel modello di fare impresa di Trenord. Se crescono i contributi pubblici e aumentano le tariffe e il totale dei ricavi aumenta più della crescita dell’offerta dei treni, cioè di una parte rilevante dei costi non si è virtuosi ma si è, più semplicemente, un’azienda pubblica monopolista. Monopolio in linea con il resto della rete nazionale visto che recentemente anche l’Emilia Romagna pur avendo la possibilità di mettere a gara il servizio ferroviario ha deciso per l’affidamento diretto a Trenitalia.
Sembra superfluo ricordare a Trenord e all’azionista di controllo, la Regione Lombardia, che l’utile si misura rispetto al capitale investito e c’è quindi una bella differenza se il risultato è riferito ad una piccola azienda o a una grande società come Trenord, frutto della fusione tra Fnm e Fs della Lombardia. Soprattutto se Trenord ha garantito per i prossimi anni l’affidamento dei servizi ferroviari in esclusiva ed ha la certezza di consistenti e sempre in aumento contributi pubblici statali e regionali. Quanto alla sbandierata crescita dei ricavi totali, diffusa da una nota aziendale, che sono passati  nella semestrale a 357,5 milioni (+ 8,5% rispetto allo scorso anno), si tratta di un risultato dovuto all’aumento delle tariffe per i passeggeri  cresciute lo scorso anno del 19%, e dei corrispettivi pubblici (cresciuti del + 9%). Diverso invece il trattamento riservato al settore delle autolinee non di proprietà ma pianificato e sussidiato dal Pirellone, che ha subito un taglio di 58 milioni. Quello ferroviario, controllato, gestito e sussidiato dalla Regione, al contrario, ha ricevuto un aumento dei corrispettivi di 13,1 milioni nel 2011.
Trenord dovrebbe ricordare che  gli utili, +5,9 milioni nell’ultimo semestre, per un’azienda con questo tipo di ricavi non dice nulla. Il risultato delle gestioni monopolistiche è che nel mercato nazionale, c’è una domanda di trasporto pubblico in crescita, per effetto del costo della benzina, della crisi economica ed ambientale e della congestione stradale che potrebbe di essere intercettato da Trenord e da Trenitalia ma che invece continua ad utilizzare l’automobile.

Dario Balotta, presidente Onlit

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