Lettere al direttore

Staminali, “discutiamo sulle sorti del Civile di Brescia”

Ancora una volta Brescia sotto i riflettori. Siamo in attesa di conoscere la sentenza del tribunale di Venezia sulla vicenda della bambina Celeste, curata a Brescia presso l’Ospedale Civile , per una patologia  neurologica  con una terapia sperimentale a base di cellule staminali adulte. Non sta certamente a una forza politica anticipare o sostituire il giudizio della magistratura ma, in base ai diritti del malato, ci pare di dover  sostenere la famiglia della bambina e l’ospedale civile che, come ha spiegato, ha osservato tutti i protocolli relativi alla terapia sperimentale.
La vicenda specifica ci sollecita  ad una più ampia riflessione  sulla sorte dell’Ospedale Civile di Brescia  che, dopo i secoli di attività benefica e scientifica per la comunità bresciana, si ritrova oggi , dopo la riforma sanitaria, con una gestione troppo “milanese “ e poco “ bresciana”. E’ risaputo che una critica che viene rivolta alla spesa sanitaria lombarda è quella di essere molto orientata, in particolare verso istituti privati, anche di matrice religiosa, convenzionati,  ridimensionando i finanziamenti alla sanità pubblica.
Questo provoca  risparmi sempre più pericolosi sul personale sanitario  ,la mancata riorganizzazione dei carichi di lavoro in Aziende Ospedaliere enormi come il Civile e la riduzione delle spese per la ricerca .
Su questi aspetti occorrerà riflettere ampiamente e con libertà nei prossimi mesi in Lombardia  per apportare significativi cambiamenti e miglioramenti sulla spesa sanitaria , rilanciando, per quanto possibile, la  “ brescianità “ dell’Ospedale Civile.
Maria Cipriano, Segretaria Provinciale PSIdi Brescia

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