Lettere al direttore

Legge sull’amianto, “Manca il no alle discariche”

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Approvato in Consiglio regionale con la sola astensione dell’Italia dei Valori (61 voti a favore, 3 astenuti) il provvedimento che modifica e integra la legge 17/2003 relativa al risanamento dell’ambiente, alla bonifica e allo smaltimento dell’amianto. La nuova legge promuove politiche di sostegno e migliora l’assistenza ai soggetti esposti all’amianto e colpiti da malattie, anche attraverso specifici studi epidemiologici e mirati percorsi di sorveglianza sanitaria. Al fine di ottimizzare l’assistenza ai pazienti, la Regione dovrà ora individuare le aree di maggiore criticità nelle quali è accertata una incidenza di mortalità per le malattie causate dall’esposizione all’amianto e concentrare su queste particolare attenzione e maggiori risorse. Le modifiche approvate oggi in Consiglio regionale hanno poi l’obiettivo di favorire e incentivare economicamente la sostituzione di manufatti contenenti amianto con sistemi ecologici o con coperture fotovoltaiche. La legge ridefinisce infine con chiarezza le procedure per lo smaltimento dell’amianto, determinando con precisione i compiti dei cittadini e le funzioni di controllo spettanti ai Comuni e alle ASL. Per il 2012 è stata assicurata alla legge copertura finanziaria pari a 1 milione di euro. L’Italia dei Valori ha motivato la sua astensione con la necessità di maggiori certezze sull’entità della copertura finanziaria, attualmente giudicata insufficiente.
Fin qui il comunicato stampa diffuso nel pomeriggio dalla Regione Lombardia. Ma alcune domande sorgono spontanee da parte di chi da oltre un ventennio è in prima linea per la difesa del territorio e dell’ambiente , ed è soprattutto preoccupato per la salute dei cittadini e la salvaguardia dei beni comuni. Quindi ci chiediamo:  quale è la data limite di smaltimento totale dell’amianto sul territorio regionale che ci si è posti come obiettivo? Ma soprattutto quanto amianto resta da smaltire nella nostra Regione? e come ? e dove ?
Sulla base del telerilevamento effettuato dall’Arpa lo scorso anno, sul territorio regionale risulta una presenza di 2milioni e 670mila metri cubi di amianto, quantità che non include però i manufatti interni alle abitazioni. Si potrebbe quindi andare oltre i tre milioni di metri cubi di rifiuto tossico-nocivo pericoloso per la salute dell’uomo. Una quantità enorme che richiede stanziamenti adeguati e soprattutto professionalità. Una cosa certamente diversa da quella a cui abbiamo assistito nella giornata del 13 luglio scorso quando un tir carico di amianto diretto alla discarica “Ecoeternit” di Montichiari ha perso per strada 5 quintali di materiale , finiti in frantumi sull’asfalto nel corso di una curva. Solo grazie al tempestivo intervento degli attivisti del Comitato SOS  Terra di Montichiari si è scoperto per caso che l’amianto che stava per essere conferito in discarica non era trattato. Che tipo di professionalità garantisce l’imprenditore Mauro Papa ( amico intimo di Nicoli Cristiani ) che gestisce questa  discarica in grado di assorbire oltre 500.000 m3 di amianto?
E ancora: che decisioni sono state prese rispetto alla richiesta avanzata dall’imprenditore Alessandro Faustini di apertura della ” Padana Grenn”( chissà per quale motivo vengono sempre scelti nomi che richiamano a una qualche idea di sostenibilità ambientale…) impianto di smaltimento in grado di assorbire oltre un milione di m3 di amianto ( con possibilità di ampliamento fino a 2 milioni )? Quali decisioni rispetto alla discarica di via Brocchi che insiste a poche decine di metri dalle prime abitazioni e situata in una zona già altamente inquinata come quella di San Polo e Buffalora? Il fatto che durante la discussione della legge sia stato bocciato un ordine del giorno in cui si impegnava la Giunta Regionale a non concedere l’autorizzazione per la realizzazione dell’impianto di inertizzazione di materiali contenenti amianto a Gianico non solo ci lascia amareggiati ma  fa anche aumentare le nostre preoccupazioni rispetto alle sorti degli altri impianti.

Bendinelli Marco RAB (Rete Antinocività Bresciana)

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