Lettere al direttore

“Emergenza casa, ripensare alle politiche comunali”

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Egregio Direttore,

la denuncia dell’emergenza casa fatta dai sindacati degli inquilini, lo squilibrio crescente tra le famiglie in graduatoria (3 mila le domande)  e solo 200 circa le assegnazioni, ci dicono d’una situazione allarmante. Come ha ricordato anche il presidente dell’Aler Ettore Isacchini, si è passati da circa 2 mila richieste del 2009 a oltre 3 mila nel 2012. Gli sfratti esecutivi nello stesso periodo sono passati da circa 200 a 750, mentre altri 2 mila sfratti sono a rischio. In grande misura,  sfratti per morosità incolpevole dovuti alla gravità della crisi economica.
Il prossimo Consiglio Comunale esaminerà un piano vendite di 123 alloggi per un valore di circa 10 mln di euro, già affrontato in Commissione con il contributo positivo anche del PD. Con l’obbligo di reimpiego per l’edilizia sociale delle risorse ricavate. Sono misure di carattere eccezionale e che non intaccano un patrimonio complessivo di circa 5 mila alloggi pubblici (Comune e Aler).
Nei prossimi giorni è convocato il Tavolo istituzionale  che ha di fronte a sé molti problemi a partire dall’emergenza sfratti. E sarà pure opportuna anche la convocazione della Commissione consiliare, per esaminare nuove proposte, ben sapendo che molti nodi risultano irrisolti, anche a seguito dell’approvazione d’un PGT che ha ridimensionato drasticamente l’edilizia sociale. Mentre tutti gli studi (in particolare del Politecnico di Milano) indicano con chiarezza che la domanda di edilizia sociale a Brescia rimane molto alta.
Il progetto definito lo scorso anno al “ Santa Giulia”, tra Comune, Proprietà edilizia e Banche per affrontare il problema degli sfratti nel mercato privato, così com’è stato impostato, non ha dato alcun risultato significativo e s’impone un cambiamento per rendere utilizzabile il Fondo dei 270 mila euro stanziato dal Comune. E sarebbe altresì opportuno, sull’esempio di Firenze, che la Prefettura di Brescia si attivasse per la sospensione degli sfratti socialmente più devastanti, avvalendosi anche del Fondo del Comune. Così com’ è già stato positivamente  ipotizzato dallo stesso Assessorato alla Casa.
Un aspetto drammatico riguarda il taglio del Fondo per gli affitti. Tale Fondo, a seguito della riduzione di Regione Lombardia, è passato nel tempo da 4 mln a 2 mln e quest’anno si è ridotto a 600 mila euro. Tale Fondo lo scorso anno sosteneva 2500 famiglie della città, con un contributo economico per l’affitto. Quest’anno si ridurrà a  sole 500 famiglie. Inoltre con la Delibera regionale del 2 luglio potrà accedere solo chi è al di sotto di 4 mila euro di reddito. Quindi verranno esclusi persino i pensionati sociali e con la minima dell’Inps. Una vera e propria falcidia sociale.
Una simile drammatica emergenza casa impone seri ripensamenti. Nel periodo 2001-08 la Giunta Corsini fece costruire in città 2 mila nuovi alloggi di edilizia popolare ed ha investito 20 mln. di euro in manutenzioni. Gli stessi 150 alloggi che in questi mesi hanno dato sistemazione alle famiglie della Torre Tintoretto erano già stati predisposti dalla precedente Giunta Corsini.
L’abbattimento dei 400 alloggi delle due Torri di S. Polo merita d’essere ripensato.  Entro ottobre dovrebbero essere trasferiti gli ultimi 30 nuclei familiari della Tintoretto.  Risulta quanto mai opportuno soprassedere all’abbattimento, impiegando temporaneamente la Torre per l’emergenza casa. O per una sua possibile alienazione – l’assessore Bianchini ha richiamato tale ipotesi in Commissione – il cui ricavato (di circa 10 mln di euro) possa essere impiegato per l’edilizia sociale. Sarebbe davvero incomprensibile a fronte d’una emergenza così allarmante abbattere 400 alloggi (Tintoretto e Cimabue) in cemento armato (e nel rispetto di norme antisismiche ) costruiti 30 anni fa.  E’ vero che il Comune ha più di 2 mila alloggi, ma è anche vero che in un sol colpo (tra quelli da abbattere e i 123 venduti) verrebbero meno ben 520 alloggi. Per questo di fronte all’emergenza è indispensabile un confronto più ampio per formulare nuove proposte e per reperire nuove risorse.

Claudio Bragaglio Consigliere comunale PD

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