Lettere al direttore

Muchetti (Pd): “Circoscrizioni, gli errori dell’amministrazione”

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Egregio Direttore,
vorrei  tornare su un tema che potrà forse sembrare irrilevante rispetto alle quotidiane difficoltà che le famiglie bresciane incontrano, ma che ritengo possa trovare un adeguato spazio all’interno del percorso democratico che la nostra città sta affrontando.
Uno dei problemi  di cui è vittima la nostra democrazia, come dimostrano i continui sondaggi, è il diffuso rifiuto per la politica e per i suoi rappresentanti. Senza alcun intento demagogico o populistico, vorrei poter dire che condivido la necessità di linguaggi più adatti, di un rinnovamento della classe politica, di una ricerca di strumenti in grado di avvicinare i cittadini alla cosa pubblica.
Importante, in questo senso, è stata l’esperienza dei comitati di quartiere (anni ’70) e, successivamente e pur con qualche evidente difficoltà, quella delle Circoscrizioni; esperienza, quest’ultima, che si concluderà con la fine del prossimo mandato senza che – ed è un dato inconfutabile – si abbia oggi, a quasi un anno dalle elezioni, uno strumento alternativo in grado di garantire una efficace condivisione e compartecipazione dei percorsi democratici con la cittadinanza.
Puntare ad una democrazia partecipata sarebbe doveroso, ma visto il punto in cui ci troviamo mi accontenterei non venissero almeno definitivamente abbandonate e gettate via le esperienze e le capacità maturate in questi anni.
Con una delle ultime delibere, la nostra Amministrazione ha ben pensato di ridefinire i confini delle Circoscrizioni (ma se non ci saranno più ?!), senza preoccuparsi d’altro e rinviando ad un prossimo futuro le scelte da compiere.
Nel merito vorrei evidenziare alcuni errori strategici delle scelte fatte.
L’Amministrazione Comunale continua ad inaugurare nuove sedi circoscrizionali, con l’impegno di notevoli  fondi, pur essendo evidente la fine di questa esperienza per volontà del Governo Berlusconi il quale, non riuscendo ad eliminare né le Province, né le Comunità Montane, ha creduto opportuno eliminare l’anello più debole della democrazia, che è però anche quello più vicino ai cittadini. Vorrei far notare, tra l’altro (incongruenza che non capisco), che  gli unici a ricevere mensilmente una  indennità sono proprio i Presidenti di Circoscrizione.
La delibera del Comune prevede di identificare un nuovo quartiere, ovvero Sanpolino. Una cosa senza dubbio ottima e  dovuta , che genera però di fatto una incongruenza, lasciando unita in un unico quartiere tutta San Polo (20.000 persone circa) laddove Buffalora, Caionvico e S. Eufemia contano circa 2-4.000 abitanti ciascuno. Dal momento che si procedeva ad una revisione, sarebbe stato più conveniente  andare fino in fondo e riconoscere che anche a  San Polo sono facilmente riconoscibili 3 realtà ben identificate: San Polo Storico,  S. Polo Nuovo (Via Cimabue , Parrocchia S. Angela Merici, Circolo Acli, Casa delle Associazioni),  e San Polo Parco  (Via Raffaello , Parrocchia S. Luigi, Cascina Riscatto, Biblioteca etc.. ).Si tratta di quartieri ormai consolidati, con una propria storia, una propria scuola, una propria Parrocchia ed esigenze e problematiche ben precise.
Alla Circoscrizione Est viene aggiunto il quartiere Bonoris, che si trova nella zona di fronte alla Parrocchia della Volta. Mi sembra un controsenso, visto che tutta la vita sociale di quel quartiere gravita di fatto su Via Volta, Via Cremona , Villaggio Ferrari etc… Quali le reali esigenze?! Mah?!
Tutta la zona di Via Bornata e limitrofe (zona Wuhrer) verrà fatta ricadere sempre nella Circoscrizione Est, all’interno del quartiere di S. Eufemia, con il quale però quelle zone nulla hanno a che vedere! Qual è mai il senso di tutto ciò? Se nasce da un disegno ben preciso forse è opportuno che venga esplicitato, perché ad oggi non sembra invece che il frutto di un pensiero confuso e poco lungimirante .
Mi rendo conto che non tutti i quartieri siano identificabili nettamente, ma nei casi sopra citati mi sembra vi sia poco spazio per dubbi.
Ciò che però mi interessa maggiormente è comprendere cosa avverrà dopo la chiusura delle circoscrizioni e cosa si possa fare oggi per preparare il cambiamento.
L’Assessore al Decentramento, nonché Segretario Provinciale della Lega, Fabio Rolfi, ci ha comunicato di prediligere l’ipotesi di rappresentanti di quartiere nominati dalla Loggia; rappresentanti di quartiere che saranno, cioè, nominati da chi vincerà le elezioni. Alla faccia della partecipazione e del coinvolgimento dei cittadini! Mi sembra di sentire odore di lottizzazioni politiche e di nomine a tavolino per accontentare amici degli amici, indipendentemente dalla effettiva conoscenza del territorio e dall’inserimento nel tessuto sociale del quartiere.
Personalmente preferirei una ridotta partecipazione (visto che non è possibile la concomitanza con il voto  amministrativo),  ma che dia l’opportunità ai cittadini di eleggere i propri rappresentati di quartiere che saranno chiamati ad interfacciarsi con l’Amministrazione Pubblica.
Credo che i Partiti potrebbero senza alcun problema fare “un passo indietro”; che si potrebbe pensare ad una lista unica all’interno della quale i cittadini possano inserirsi senza alcun obbligo di una specifica appartenenza partitica (con un filtro dato da un numero minimo di firme raccolte a sostegno della propria candidatura); che possa essere scelto così a rappresentare il proprio quartiere chi maggiormente è apprezzato, stimato e conosciuto.
Detto questo, mi piacerebbe poter comprendere quale ruolo potrebbero avere questi  rappresentanti e che tipo di coinvolgimento possa essere esercitato nei loro confronti. Sono convinto che più portiamo il Palazzo (nell’accezione più positiva del termine) vicino ai cittadini, più semplice sarà la comunicazione bi-direzionale; i rappresentati dei quartieri, fra loro coordinati, dovranno farsi da un lato portavoce dei problemi del territorio e, contemporaneamente, promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini alle scelte che l’Amministrazione andrà via via compiendo; scelte che non dovrà essere loro richiesto di sposare, ma rispetto alle cui motivazioni, conseguenze ed obiettivi dovranno essere consapevoli, così che siano al contempo garantiti partecipazione, controllo e verifica.
Mi auguro che il tempo che ci divide dalle prossime elezioni  possa essere speso per colmare questo grave ritardo e che l’attuale Giunta abbia la capacità di condividere con tutte le forze politiche il percorso per raggiungere il comune obiettivo di una democrazia partecipata! Se questo sarà l’obiettivo, noi ci saremo!
In politica non ci sono nemici, ma avversari; l’unico vero nemico è l’indifferenza!

Valter Muchetti  Consigliere Comunale Pd

 

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