Lettere al direttore

Usb: “Assitenza domiciliare, incertezze e disagi”

Più informazioni su

Ad ogni rinnovo dell’appalto del Sad (Servizio di assistenza domiciliare) del Comune di Brescia, le operatrici e gli operatori del servizio sanno che a vincere l’appalto potrebbe essere una  cooperativa diversa da quella che aveva vinto la tornata precedente e che il “passaggio” al nuovo gestore comporta sempre un periodo più o meno lungo di “assestamento”.
Quest’anno però una serie di cause ed effetti combinati stanno causando problemi e disagi assai più pesanti e stupisce che nulla trapeli sui mezzi di informazione cittadini.
Un primo problema nasce dalla decisione dell’amministrazione comunale di modificare la precedente divisione in più lotti del servizio da appaltare.
La gara infatti ha riguardato un solo grande lotto che comprende tutto il territorio cittadino con l’esclusione del solo centro storico “ridisegnato” anche a seguito della mutata geografia delle circoscrizioni.
Questo “secondo lotto” è stato affidato direttamente, senza gara, alla “Fondazione Casa di Dio” .
A complicare un quadro già intricato, come si vedrà di seguito, il 30 settembre scorso,  interviene una sentenza del Tar della Lombardia – 2^ sez. di Brescia –  che accoglie il ricorso proposto dalla Società Cooperativa Sociale “Àncora Servizi” contro il Comune di Brescia per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, della determinazione n.1873/50080 P.G. del 27/06/2011 con la quale veniva affidato il servizio (quello del grande lotto messo a gara).
La vicenda è di quelle destinate a far discutere molto per vari motivi. La decisione del Tar è arrivata sul filo di lana rispetto alla data di avvio del nuovo appalto (lunedì 3 ottobre). Così a ridosso da rendere impraticabile, a giudizio dell’ente, la sospensiva immediata richiesta dal Tar, pena l’interruzione del servizio. In parole povere il Comune di Brescia ha ritenuto non ci fossero i tempi tecnici necessari per la proroga alla cooperativa, o per meglio dire alle cooperative, che lo gestivano fino a quel momento (tra cui la Cooperativa “Ancora”).
Nel merito il Tar si pronuncerà a gennaio del prossimo anno. In questa fase non è possibile sapere quale sarà l’esito di questa vicenda legale e perciò si delinea un periodo di “incertezza” e “disagio” tra gli operatori del servizio e fra gli utenti.
Ma è a prescindere dall’esito giudiziario che avrà questa vicenda che vorremmo cogliere l’occasione che ci viene offerta per riaprire una discussione sugli appalti dei servizi alla persona, alla luce delle “trasformazioni” subite dai servizi “offerti” dal nostro ente.
La delicatezza dell’assistenza alle persone (per il tipo di utenza cui si rivolge: anziani e disabili in questo caso) richiederebbe a nostro avviso un trattamento di riguardo ma la qualità del servizio (per la quale un requisito importantissimo è la continuità degli operatori rispetto agli utenti loro affidati) e retribuzioni dignitose fanno a pugni con la logica stessa degli appalti (a scadenza per ovvi motivi da una parte, con personale pagato poco dall’altra). La logica del mercato (anche le cooperative per quanto autodefinitesi “sociali” o le Fondazioni “benemerite” puntano ad ottenere gli appalti non certo per filantropismo) fa il resto e alla fine a farne le spese sono sempre gli utenti e i dipendenti.
Ad ogni cambio di appalto qualcuno si ritrova con meno ore di lavoro di prima, qualcuno spostato su utenti diversi da quelli che aveva, qualcuno “costretto” a completare l’orario vendendo gelati e panini. Questa volta tutto ciò avviene con disagi più consistenti per gli utenti e riduzioni delle impegnative orarie contrattuali degli operatori assai considerevoli.
Per questo abbiamo scritto una lettera all’Amministrazione comunale di cui forniamo un estratto.
[…….] Sulla base delle informazioni raccolte ci risulta quanto segue: gli operatori e le operatrici del lotto che comprende tutte le circoscrizioni (escluso il centro storico) avrebbero dovuto accettare una riduzione della propria impegnativa oraria del 20%; per gli operatori e le operatrici del lotto relativo al centro storico la riduzione teorica sarebbe ancora maggiore (anche del 40%), ed inoltre, durante la prima settimana, le ore effettivamente loro richieste sarebbero state perfino inferiori a quelle contrattualmente sottoscritte. Gli operatori e le operatrici del lotto relativo al centro storico hanno sottoscritto i propri contratti di lavoro con la cooperativa “Gli Elefanti Volanti”, che non ci risulta avere alcuna esperienza nel settore dell’assistenza domiciliare. […….].
Con la presente siamo pertanto a chiedere che l’Amministrazione Comunale intervenga affinché si ponga rimedio alla situazione sopra descritta in modo da consentire ai lavoratori impiegati nel servizio la stipula di contratti di lavoro con impegnativa oraria settimanale non inferiore a quella dei contratti in scadenza. […….]
Riteniamo infine che la scelta di affidare “sperimentalmente” la gestione del servizio di assistenza domiciliare del centro storico, direttamente e senza gara, alla “Fondazione Casa di Dio” (in virtù ci par di capire dell’esperienza che la fondazione può vantare nel settore) dovrebbe almeno prevedere l’assunzione diretta del personale da parte del soggetto individuato come il solo in grado di svolgere al meglio il servizio. Riteniamo quindi che a detto personale dovrebbe essere applicato il contratto collettivo nazionale degli enti locali, contratto di riferimento per enti come la Fondazione Casa di Dio (ex IPAB). […….]. Alla lettera è seguito un incontro con l’Assessore ai servizi sociali Maione ma le domande fondamentali, poste nel breve colloquio tenutosi lo scorso 20 ottobre, restano, per ora, senza risposta.
L’assessore ci ha comunicato di aver chiesto agli uffici preposti un “approfondimento” sulla vicenda. La situazione che abbiamo denunciato nella lettera all’Amministrazione e nel volantino che abbiamo diffuso hanno trovato sostanziali e, a detta dello stesso Assessore, “inspiegabili” conferme. Troppi operatori infatti ancora oggi (a più di tre settimane dall’inizio della “nuova gestione”) hanno piani di lavoro che comportano una riduzione significativa delle ore settimanali lavorate rispetto ai contratti sottoscritti con le precedenti cooperative e perfino rispetto a quelle previste nei nuovi contratti “decurtati”, ci è stato detto, dopo “regolare” accordo con i sindacati “ammessi di diritto alla trattativa”.
Anche la nostra denuncia circa il  fatto che alcuni utenti si sono visti cambiare l’operatore che da tempo li seguiva ha trovato conferma.
Quanto alla domanda relativa al perché gli operatori del Centro storico avrebbero dovuto sottoscrivere contratti con la cooperativa “Elefanti volanti”, l’Assessore ha risposto che “lui si fermava all’affidamento diretto a Casa di Dio”!
Infine, alla domanda sul perché si sarebbe decisa (in modo affrettato, con le conseguenze sopra dette) questa “sperimentazione” in centro storico l’Assessore ha risposto facendo riferimento a non meglio precisate “indicazioni regionali”.
Restiamo quindi in attesa di risposte più precise alle domande che abbiamo posto e soprattutto di soluzioni che non facciano pagare a utenti e operatori prezzi che né gli uni né gli altri possono “permettersi”!

USB Unione Sindacale di Base – Comune di Brescia

 

 

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.