Consigli di quartiere, la scommessa di Fenaroli

Tracciato in Loggia un primo bilancio delle assemblee pubbliche per presentare il progetto di partecipazione. Soddisfatto l'assessore, critica la Lega.

(red.) Trentatrè assemblee in 90 giorni.  Trentatrè come i consigli che saranno istituiti in ogni quartiere della città. Dopo tre mesi e mezzo di lavoro la commissione Partecipazione traccia un primo bilancio sul progetto di formazione dei consigli di quartiere.
Mercoledì in Loggia si è discusso proprio di questo, ovvero dei riscontri ottenuti dai cittadini, delle proposte emerse e del volto che prenderanno i nuovi organi di consultazione. Partiamo proprio da quest’ultimo punto.  Oltre al consiglio, eletto a suffragio universale e composto in proporzione al numero di abitanti (da 5 a 11 consiglieri), con cadenza semestrale verrà convocata un’assemblea di quartiere nella quale si esamineranno le questioni più rilevanti. Ogni organo potrà organizzare delle commissioni tematiche, aperte alla partecipazione di associazioni e comitati attivi sul territorio.
Per facilitare il dialogo con la Loggia i 33 consigli con i loro presidenti verranno aggregati in 9 Zone, per fare sintesi su tematiche comuni a diverse parti della città vicine per criteri di omogeneità o prossimità geografica. Potranno votare e candidarsi i cittadini del Comune, dai 16 anni in su, e gli stranieri residenti a Brescia da almeno 5 anni. Per le elezioni proposto un sistema a lista unica con autocandidatura corredata da un minimo di 10 firme di residenti del quartiere. I consiglieri svolgeranno le L’assessore Fenaroli fa volantinaggio in un mercato funzioni a titolo gratuito.
Un progetto, quello di Fenaroli, che però non piace a tutti. Le opposizioni mercoledì hanno ribadito le loro perplessità. La più critica è la Lega Nord:   «Si parla di elettorato attivo e passivo ad extracomunitari e 16enni che però non si sono visti durante le serate – ha commentato Nicola Gallizioli, capogruppo in Loggia del Carroccio-. L’interesse dei cittadini è poco. Converrebbe adottare l’elezione indiretta, aprire un bando comunale e chiedere alle associazioni, ai comitati e alle parrocchie di indicare i loro rappresentanti».
Sorprende, ha ribattuto Fabio Capra (Pd), «che ci si stupisca della scarsa partecipazione; nonci aspettiamo le file fuori dai seggi, la vera sfida sarà farli crescere nel tempo».

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