Musil, la fine di un sogno?

Il museo dell'industria si sarebbe dovuto realizzare da tempo. Ora, però, è scaduto il protocollo d'intesa fra Basileus e Comune. A complicare anche le bonifiche.

(red.) Il Musil era stato pensato non solo come un sempice museo. L’obiettivo dichiarato non era quello di mettere in fila i macchinari dell’industria bresciana, dall’Ottocento fino ai giorni nostri, come fossili di un’era lontana. L’intenzione era quella di farne un polo di ricerca e discussione fra il sapere scientifico e quello umanistico, con la pretesa da rendere più consapevole lo sviluppo tecnico.
Un poco alla volta il progetto è finito nelle secche, rischia di essere snaturato, addirittura di morire. Incertezze politiche, polemiche sui costi di costruzione e gestione, intoppi burocratici. Sono passati 12 anni dalla sua entusiastica presentazione, e ora il rischio è che l’esperienza finisca (se mai è iniziata).
La convenzione urbanistica siglata nel 2002 da Comune e Basileus Spa è scaduta. Al suo interno non solo si calcolavano oneri di urbanizzazione in circa 12,5 milioni, ma si legava l’impiego della cifra alla realizzazione del Musil per la parte economica che competeva al Comune. La scadenza della convenzione riapre però tutta la partita economica fra pubblico e privato, che potrebbe essere f ortemente scompaginata.
Paradossalmente si potrebbe dire che il Musil originario è stato sacrificato (anche) sull’altare della bonifica. Il museo infatti dovrebbe nascere proprio sulle rovine industriali dell’ex Bisider che nasce dietro il cimitero cittadino, vicinissimo all’epicentro contaminato della Caffaro. Secondo quanto stabilito dalla norma del 2009, infatti, il risanamento delle aree (già completato da Basileus) è a carico sì dei privati proprietari. Ma dal momento in cui vengono cedute, come in questo caso, al Comune, il 50% del costo deve essere finanziato dall’Amministrazione. Un conto, questo, che comprende molti spazi: dal sovrappasso di via Rose ai parchi pubblici, fino allo stesso comparto Musil. il Musil aveva trovato la collaborazione di A2A poi venuta meno, l’ex ministro all’Istruzione Carrozza, in visita a Brescia, solo 5 mesi fa prometteva sostegno. Sembravano buoni segnali. Ora un’altra correzione in corsa.
Il Musil è un’occasione per Brescia. Ci si augura solo che non diventi un’occasione persa.

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