Sinti, al via lo sgombero in via Orzinuovi

In base all'accordo del 3 luglio, il Comune ha già liberato due piazzole. Ad altre due famiglie, invece, è stato recapitato un procedimento di allontanamento.

(red.) Nel campo nomadi di via Orzinuovi è iniziato lo sgombero.
A seguito del patto siglato lo scorso 3 luglio, l’Amministrazione comunale ha proceduto nei giorni scorsi a disattivare due colonnine elettriche e a liberare le due piazzole occupate da altrettante famiglie, risultate assegnatarie di due abitazioni presso il centro di emergenza abitativa di via Borgosatollo.
“Va pertanto ricordato”, spiegano dalla Loggia, “che il 3 luglio scorso i capifamiglia dei nuclei sinti presenti nel campo di via Orzinuovi hanno firmato l’accordo proposto da Comune di Brescia e Prefettura per lo sgombero del campo stesso”. Tutte le famiglie si sono impegnate ad accettare le soluzioni alternative d’alloggio proposte dall’Amministrazione comunale, come le casette di via Borgosatollo. Si erano inoltre impegnate a presentare istanza per l’assegnazione di alloggi Aler o comunali, nel rispetto delle graduatorie previste, e per due casi specifici sono stati individuati alloggi a canone sociale destinati a famiglie con situazione di disabilità. Il Comune di Brescia infine aveva reso nota la propria disponibilità a cercare 10 unità abitative sul mercato privato a canone sociale.
“I sinti avevano dunque firmato un patto in cui si prevedeva la sosta nel campo di via Orzinuovi solamente fino alla proposta di una soluzione alternativa; un patto in cui era esplicitamente indicato che una eventuale non osservanza dell’accordo avrebbe portato all’allontanamento del nucleo stesso dal campo”.
“I patti erano e rimangono chiari”, ha dichiarato il vicesindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Brescia, Fabio Rolfi, “grazie anche alla mediazione della Prefettura, siamo infatti riusciti il mese scorso a siglare un accordo che sembrava potesse soddisfare le esigenze di tutti. Siamo stati disponibili al dialogo e abbiamo fatto tutto il possibile per evitare tensioni che sicuramente non avrebbero giovato a nessuno: abbiamo per esempio messo in sicurezza gli impianti delle piazzole, chiedendo semplicemente in cambio il pagamento delle utenze. Come più volte dichiarato, i campi nomadi sono un modello sociale e abitativo che vogliamo superare e che a Brescia non intendiamo più tollerare. Chi desidera realmente integrarsi vivendo del proprio ha a disposizione tutte le possibilità per farlo”.
Ora, secondo Rolfi, le due piazzole disattivate sono la conferma che gradualmente il progetto di chiusura del campo e l’avviamento delle famiglie sinti a una vita fuori da questo modello abitativo e sociale sta avvenendo. C’è però chi  prova a resistere, nonostante i patti.
“Ad altre due famiglie”, ha continuato Rolfi, “è stato poi notificato un procedimento di allontanamento in quanto restie a presentare domanda di assegnazione di un appartamento Aler, pur avendone diritto e pur avendo sottoscritto questo impegno nel patto”. Nel 2008, anno di insediamento della giunta Paroli come ricorda il vicesindaco, nel campo nomadi di via Orzinuovi, tra individui registrati e clandestini, erano presenti più di 100 persone. “Con l’eventuale abbandono delle due famiglie per cui è stato predisposto l’allontanamento”, ha precisato Rolfi, “i sinti presenti sarebbero solamente 54: la nostra intenzione, come abbiamo più volte dichiarato, è di chiudere entro pochi mesi quello che è l’ultimo campo nomadi rimasto in città”.

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