Roma, Renzi incontra Obama: «Yes we can»

Il premier vede nel presidente americano «un modello », mentre il numero uno degli Usa è «molto colpito dall'energia» del capo del governo italiano.

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(red.) Matteo Renzi e Barack Obama. Se non è proprio stato un colpo di fulmine, tuttavia l’aprezzamento reciproco era evidente. Il premier italiano vede nel presidente americano «un modello da emulare e una fonte di ispirazione», mentre il numero uno degli Usa è «molto colpito dall’energia e dalla visione» del capo del governo italiano. E’ nella cornice di Villa Madama, alle pendici di Monte Mario a Roma, tra le architetture volute da Raffaello e messe in pratica da Antonio da Sangallo che si realizza la sintonia tra Roma e Washington, al termine di un incontro in cui i due, che si erano velocemente incontrati all’inizio della settimana all’Aja, hanno affrontato i temi dell’agenda politica ed economica italiana, europea e internazionale.
Il presidente del Consiglio italiano ha spiegato ad Obama il percorso di riforme individuato per far uscire dall’Italia dalla crisi, e tra queste c’è l’iniezione di «coraggio» e «ottimismo». Anche in Italia, dice Renzi, «finalmente vogliamo dire che è possibile cambiare le cose. Cambiamento e riforme che possono tornare a dare la speranza che le cose cambino».
«Rimango colpito dall’energia e dalla visione che Matteo Renzi porta con sè in questo nuovo incarico», ha risposto il presidente americano, «Renzi – ha detto – ha individuato il percorso di riforme di cui l’Italia ha bisogno per crescere e rendersi competitiva. Sono fiducioso che attraverso queste riuscirà a portare avanti l’Italia, perchè l’Italia è pronta ad andare avanti».
Sebbene il presidente americano abbia ringraziato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano («statista di alto calibro») e il governo Italiano per l’impegno in Kosovo, Afghanistan, Libano e per la Nato, è proprio sul fronte delle spese per l’Alleanza e per la difesa militare che l’armonia tra Obama e Renzi potrebbe incrinarsi, trovando un punto di divergenza nell’acquisto degli F35: «C’è un impegno irriducibile che Paesi devono prendere per quanto riguarda la Nato e linee di difesa», ha detto Obama, «non pretendiamo che ogni paese faccia come noi ma un rapporto di partnership non può vedere gli Usa spendere costantemente per la difesa e Europa l’1%: il divario è troppo grande. Tutti facciamo la loro parte». Inoltre, l’Italia avrà un ruolo «speciale» in «sfide che arrivano dall’ Africa settentrionale e da Mediterraneo e dunque avrà bisogno di risorse». «Noi dobbiamo – ha rilanciato Renzi – insistere nel concetto della specializzazione in particolare su alcune aree. Non possiamo contare sempre sugli Stati Uniti che intervengono in ultima battuta, non è giusto». Ma, ha precisato, «nel rispetto della collaborazione con i nostri partner verificheremo i nostri budget per evitare gli sprechi che in alcuni settori abbiamo avuto. Serve una razionalizzazione dei costi».
Roma, inoltre, è già «chiamata a decisioni difficili» per quanto riguarda l’Ucraina. Barack Obama passa così al tema delle sanzioni da adottare nei confronti di Mosca, e a loro impatto sull’economia europea. Washington sta «elaborando sanzioni che minimizzino l’impatto su società americane e su società italiane e lo massimizzino sulle aziende russe. Stiamo valutando che tipo di sanzioni applicare per produrre un impatto forte. Speriamo di non dover attuarle perchè magari la Russia decide di accettare l’offerta della comunità internazionale». Roma, ha assicurato Renzi, non metterà «alcuna valutazione economica» a base della linea da adottare sulla crisi in corso.
Durante il semestre italiano di presidenza Ue ci sarà un approfondimento sulle questioni energetiche, come chiesto giustamente anche da Obama, e su questo potremo lavorare con determinazione. Speriamo-ha aggiunto- che l’accordo Ue-Usa sul libero scambio avvenga nel semestre Ue di presidenza italiana». E’ sul dossier relativo ai marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati in India di aver ucciso due pescatori durante una missione antipirateria, che Renzi spera in un risultato concreto della sintonia tra lui e Obama. Alla vigilia dell’udienza in cui la Corte Suprema di New Delhi esaminerà il ricorso presentato dai due italiani contro l’utilizzazione nei loro confronti della polizia antiterrorismo (Nia), il presidente del Consiglio italiano ha chiesto aiuto al presidente americano:«Ho ringraziato gli Stati Uniti -ha detto- per il supporto in questa fase e ho chiesto di poter contare per un’ulteriore appoggio affinche’ la questione sia affrontata sul contesto internazionale».
In mattinata Barack Obama era stato ricevuto da Papa Francesco. «Sono rimasto emozionato e colpito», ha spiegato Obama, che con Bergoglio ha parlato di «poveri, emarginati e ineguaglianze». Papa Francesco «ha la capacità di aprire gli occhi alla gente affinchè queste cose possano essere viste. L’ho invitato negli Stati Uniti. Gli americani sarebbero felicissimi di riceverlo».

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