50 sub per dire ‘no’ alla violenza sulle donne

Domenica mattina, a Maderno, nelle acque del lago di Garda, è andata in scena la spettacolare immersione collettiva per sensibilizzare l’opinione pubblica.

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(red.) Più di 350 richieste di aiuto nel 2012. Quasi una al giorno. E un trend che, dati alla mano, nella prima parte del 2013 è addirittura in aumento. Forse anche a causa di una crisi economica che accentua e inasprisce i conflitti familiari, sono sempre di più le donne che subiscono brutalità e maltrattamenti in ambito domestico o extrafamiliare, e che si rivolgono all’ associazione Casa delle Donne di Brescia, onlus che dal 1989 offre sostegno alle vittime di violenza tramite l’ascolto, l’accoglienza e l’assistenza psicologica e legale.
Il numero crescente delle richieste d’aiuto dà il segno di un fenomeno diffuso e sotterraneo, trasversale perché riguarda donne giovani e meno giovani, italiane e straniere, benestanti e meno abbienti, un problema che riguarda tutti da vicino e che impone una riflessione.
Proprio con l’intenzione di risvegliare le coscienze e sensibilizzare l’opinione pubblica, domenica, a Maderno, è giunto il “Gommone rosa”, iniziativa organizzata da Claudio Tovani, istruttore subacqueo milanese e ideatore dell’evento, per dire no alla violenza sulle donne. Si è trattato di una spettacolare immersione collettiva, coordinata dal punto di vista logistico dal club Sommozzatori Bresciani Leonessa, cui hanno preso parte, a partire dalle 10, una cinquantina di sub.
Tovani ha spiegato che questo evento ha voluto essere un invito a non essere complici della violenza sulle donne, e un’esortazione a parlare di questa piaga con amici e conoscenti.
Il “Gommone rosa”  offre anche un aiuto concreto ad ogni immersione collettiva che organizza, circa una al mese, dalla Sicilia al lago di Garda. Come sempre, anche ieri ogni partecipante ha versato un euro, quota simbolica richiesta per l’iscrizione che viene devoluta ad Amnesty International in sostegno della campagna “Mai più violenza sulle donne” lanciata nel 2004. C’è anche chi ha voluto devolvere cifre più consistenti, andando così a sostenere la causa e l’attività della Casa delle donne di Brescia.

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