Tangenziale Orzivecchi, c‘è una costosa svolta

Uno studio ha accertato che le scorie sotto la strada (da 9 milioni) sequestrata non creano problemi all'ambiente. Serviranno altri 8 milioni per riaprirla.

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(red.) Quella che arriva da Orzivecchi, nel bresciano, è la classica scena all’italiana fatta di burocrazia, opere incompiute e soprattutto di altri milioni di euro da spendere per il completamento. Oggetto di tutto questo è la piccola tangenziale alla provinciale 235 tra Orzivecchi e Orzinuovi per deviare dal traffico centrale cittadino. L’opera è “congelata” dal 2010 nel momento in cui la procura di Brescia aveva sequestrato il cantiere per la presenza di materiali sospetti trovati sotto l’infrastruttura di nuova costruzione.

Si era poi scoperto che erano finite, mischiate con la sabbia, scorie di fonderia non trattate e cariche di cromo esavalente, molibdeno, bario e fluoruri in concentrazioni pericolose. In seguito era finita nel mirino l’azienda bergamasca aggiudicataria dei lavori, quella di Pierluca Locatelli, poi condannato nel 2015 al carcere insieme ad altri 22 collaboratori. La Provincia di Brescia, costituita parte civile, aveva chiesto un risarcimento di 14 milioni di euro, ma ne aveva ricevuti solo poco più di 500 mila, anche perché nel frattempo l’impresa è fallita. Gli ultimi sviluppi arrivano proprio dal Broletto.

Il presidente Pierluigi Mottinelli e il consigliere delegato ai Lavori Antonio Bazzani hanno annunciato che riprenderanno i lavori sulla “tangenzialina” di 2,3 chilometri. Infatti, in uno studio dedicato è stato scoperto che i materiali sotto la strada in costruzione non sono conformi, ma comunque non producono problemi a livello ambientale e nemmeno sulle falde. Peccato che per completare la tratta si debba ricominciare da zero. Quindi rimuovere quanto è stato fatto (spesi 9 milioni di euro), trattare sul posto le scorie e poi realizzare ex novo la strada. Secondo i tempi, ci vorrà circa un anno e mezzo, fino al 2020, ma soprattutto altri 8 milioni.

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