Nuovo stadio: che sia la volta buona?

Incontro in Loggia fra il sindaco Del Bono e Ciocchetti di Infront. Entro il 31 dicembre dovrà essere presentato il progetto. In pole l’area della Fiera.

(red.) Forse questa volta ci siamo. Sono anni che a Brescia si parla di un nuovo stadio che mandi in pensione il glorioso, ma ormai fatiscente, Rigamonti. Di progetti se ne sono visti a decine, tanto che ormai i tifosi hanno ceduto a un facile disincanto, tenendosi strette le decadenti gradinate.
Si era tanto parlato ad esempio del faraonico progetto che vedeva la nuova struttura calcistica al centro di un enorme plesso sportivo con annessi centri commerciali e parchi. Dopo l’incontro di mercoledì in Loggia tra il sindaco Emilio Del Bono e Giuseppe Ciocchetti, direttore generale di Infront (che sostituirà il Brescia Calcio come partner dei lavori), sembra però essere arrivato il momento giusto. Tra le certezze che spiccano le tempistiche: il 31 dicembre è la data ultima massimo entro cui verrà depositato il progetto. Dopo il primo colloquio sono emerse già alti punti fermi. Innanzitutto si tratterà di un progetto a più basso profilo, rispetto alle mega-strutture ipotizzate fin ora, rinunciando a tutti gli impianti satellite.
Niente centri commerciali o altro, quindi. Ciocchetti rivela anche che la costruzione di un impianto coperto è una pura illusione, visti i costi di gestione che comporterebbe. Le gradinate dovrebbero accogliere tra i 15 e i 20 mila spettatori. Un progetto di media portata e più agile. Ancora sul tavolo invece la scelta dell’area in cui crescerà la nuova struttura. La decisione è in bilico sostanzialmente fra due aree: la zona del vecchio Rigamonti e la zona Fiera. Quest’ultima parte favorita, sia per la posizione (lontano dagli abitati, cosa che permetterebbe di ospitarvi anche concerti e altri eventi, e a fianco della tangenziale e dell’autostrada), sia per la possibilità di riunire in un’unica zona tutti gli impianti sportivi (qui infatti sorgerà anche il nuovo palazzetto).
Qualche inconveniente però rimane: su tutti il fatto che Mompiano è servita dalla metropolitana, mentre l’ex zona Eib no. In più l’area Fiera non è di proprietà comunale. Ma entrambi i problemi possono essere risolti, visto che l’interlocuzione con i privati è già avvenuta per il palazzetto, e la mancanza di collegamento metropolitano può essere risolta con bus navetta. Ottimista anche Ciocchetti, che avrà il compito, entro ottobre, di portare a termine le indagini di mercato. Il conto alla rovescia è partito.

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