Morte operai bresciani, indagate quattro persone

Gli indagati sono gli amministratori e i legali rappresentanti delle due ditte coinvolte nella fornitura di azoto liquido all’Humanitas.

(red.) Sono quattro le persone indagate per la morte di Emanuele Zanin e Jagdeep Singh, i due operai bresciani rimasti uccisi da una fuga di azoto mentre stavano lavorando nei pressi di una cisterna dei laboratori universitari dell’ospedale Humanitas tra Pieve Emanuele e Rozzano, alle porte di Milano.

La procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo, gli amministratori e legali rappresentanti delle due aziende coinvolte nella tragedia, la Sol group Spa di Monza, che riforniva di azoto l’Humanitas, e la ditta Autotrasporti Pè di Costa Volpino, che trasportava e riforniva con le proprie autocisterne i silos di azoto, di cui Zanin e Singh, entrambi padri di famiglia rispettivamente di 46 e 42 anni, erano dipendenti diretti.

Humanitas Pieve Emanuele Rozzano

Si tratta di una “atto dovuto”, come viene spiegato, per consentire gli accertamenti irripetibili sull’ autocisterna e nel serbatoio teatro della disgrazia. Ancora da effettuare l’autopsia sul corpo dei due addetti, che verrà probabilmente eseguita lunedì prossimo.

L’ipotesi per ora rappresentata è che uno dei due operai si sia calato nella parte bassa del serbatoio senza le adeguate protezioni, forse per risolvere un intoppo nel rifornimento dell’azoto, e sia rimasto intossicato dal gas inodore e incolore. L’altro collega sarebbe morto nel tentativo di soccorrerlo.

Ai fini dell’inchiesta potrebbero rivelarsi utili anche le immagini di una telecamera installata nei pressi della cisterna dell’Humanitas.
Intanto, per aiutare le famiglie di Emanuele Zanin e Jagdeep Singh è stata avviata una raccolta fondi. Entrambi erano papà di due figli piccoli: Emanuele viveva a Molinetto di Mazzano, mentre Jagdeep a Piamborno, nel Bresciano.

 

 

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