Inail, meno denunce di infortunio sul lavoro. Ma più casi mortali

In generale un quinto in meno di denunce a causa del lockdown e più smart working. A Brescia morti da 19 a 34.

(red.) Meno infortuni sul lavoro denunciati, ma più casi mortali tra quelli che hanno avuto a che fare con l’assistenza sul fronte della pandemia sanitaria da Covid-19. E’ quanto emerge dal report mensile dell’Inail pubblicato nei giorni precedenti a giovedì 1 ottobre e che rende conto della situazione nei primi otto mesi del 2020, quindi da gennaio fino allo scorso agosto. Proprio a causa del lockdown e dell’aumento dello smart working tra i lavori in ambito d’ufficio, le denunce di infortunio sul lavoro, comprese quelle negli spostamenti tra casa e il posto di lavoro, sono diminuite di un quinto a livello nazionale.

Tuttavia, nell’altro senso, sono aumentati i casi mortali da infortunio, come emerge anche nella nostra provincia di Brescia dove sono quasi raddoppiati. Il report dell’Inail parla di 322 mila denunce di infortunio in tutta Italia, cioé una riduzione di oltre il 22%. All’opposto, i casi mortali sono stati 823 e con l’aumento di un quinto e tutti legati al Covid. Su questo fronte sono state denunciate 138 morti in più rispetto alle 685 dello stesso periodo del 2019 e in Lombardia i casi mortali sono aumentati da 102 a 190.

Quasi un raddoppio, come detto, anche nella nostra provincia dove le segnalazioni di infortunio mortali sono aumentate da 19 a 34 e che rendono il nostro territorio al quarto posto per numero di incremento dopo Bergamo, Milano e Cremona. Se la maggior parte dei settori, visto il lockdown, ha riportato un ovvio calo delle denunce di infortunio per lo stop all’attività, al contrario sono la salute e l’assistenza nella pandemia i settori più colpiti e che hanno visto ancora gli uomini entrare nel bilancio delle vittime.

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