Morti bianche, trend in crescita nel Bresciano

Ancora alto il numero di vittime sul lavoro. Sono 16 dall'inizio dell'anno nella nostra provincia, con un incremento del 3,2% rispetto al 2011.

(red.) Si è svolta domenica anche a Brescia la Giornata dedicata alle vittime sul lavoro. E, fatalità, proprio venerdì notte, a poche ore dal ricovero in ospedale, è deceduto un operaio artigiano di 47 anni, Giovanni Bertanza, residente a Concesio, vittima di un terribile infortunio avvenuto alle 15 di venerdì a Lumezzane, nella zona industriale di San Sebastiano.
L’ultima morte bianca, in ordine di tempo, registrata nella nostra provincia. E i dati generali, illustrati dal presidente dell’Anmil locale (Associazione nazionale mutilati invalidi del lavoro, 8 mila soci nel Bresciano), Angelo Piovanelli, sono davvero poco rassicuranti.
Ad oggi, infatti, i decessi sul lavoro avvenuti nel nostro territorio  sono già 16, a cui si aggiungono quelli di altri cinque lavoratori residenti nel Bresciano, morti mentre lavoravano in trasferta.
Una vera carneficina, tanto più se si considera che il numero delle ore lavorate in questo lasso di tempo è calato rispetto al 2011.
La tendenza per il 2012 segna un incremento del  3,2% in confronto al 2011,mentre sono stati 22 in tutto il 2011 e 21 nel 2010 le morti sul lavoro. Segno che l’attenzione alle forme di prevenzione e di sicurezza si è allentato.
Nei giorni scorsi, anche Asl di Brescia ed associazioni di categoria degli agricoltori hanno siglato un patto per la prevenzione dei rischi e degli infortuni. Moltissimi infatti sono i casi di incidenti sul lavoro in aziende agricole o nei campi, la maggior parte dei quali, poi, riguardano lavoratori anziani, che, nonostante l’età continuano le attività perché magari titolari od ex titolari delle aziende stesse.
Grande tributo di vite è quello che viene dai lavoratori immigrati, le cui morti rappresentano il 13,3% del totale degli infortuni mortali.
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Vega Engineering sugli infortuni sul lavoro(tra gennaio e settembre 2012)  “la più frequente causa di mortalità è la caduta dall’alto nel 24,5 per cento dei casi, seguita dal ribaltamento di un veicolo o un mezzo in movimento (20,2 per cento) e dallo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti dall’alto (16,1 per cento)”.
Ben 392 vittime da Nord a Sud del Paese. Le regioni più colpite sono la Lombardia  (52 morti bianche) e l’Emilia Romagna (51), seguite dalla Toscana (36), dalla Sicilia (30), dal Veneto (29) e dalla Campania (28).
Osservando poi l’incidenza delle vittime rispetto alla popolazione lavorativa, è l’Abruzzo a guidare ancora la classifica con un indice di 46,6 contro una media nazionale pari  a 17,1. Seconda la Valle D’Aosta (35,1), terzo il Trentino Alto Adige (29,8), quarto il Molise (27,7) e quinta la Basilicata (27).
Tra le province italiane è Modena a far rilevare il maggior numero di vittime sul lavoro con 17 decessi da gennaio a settembre. Seconda è Brescia (16), terze Salerno, Torino e Roma (11). Il più alto rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa viene invece registrato a Grosseto (93,5). Seguono: Pescara (59,5), Chieti (57,3), Benevento (57,2), Modena (55,9), Avellino (55,2), Nuoro (52,9).
E’ sempre l’agricoltura ad essere al centro della tragedia con il maggior numero di morti bianche e il 36,1 per cento del totale delle vittime sul lavoro; nel settore delle costruzioni invece è deceduto il 25,1 per cento dei lavoratori. Il 7,9 per cento degli eventi mortali, invece, ha coinvolto gli operatori del commercio e delle attività artigianali; mentre arriva al 6,4 per cento la mortalità nei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni.
Gli stranieri deceduti sul lavoro sono l’11,6 per cento del totale. I rumeni i più numerosi. Mentre le fasce d’età maggiormente colpite sono quelle che vanno dai 45 ai 54 anni (98 vittime) e degli ultrasessantacinquenni (84). Rispetto alla popolazione lavorativa l’indice di incidenza più preoccupante è proprio quello degli ‘over 65’ (223,5); segue il 28,9 della fascia 55-64 e il 15,6 dei 45-54.
Il tema è delicato e difficile e la strada che porta all’obiettivo di azzerare il numero delle morti bianche appare ancora in salita. Serve, secondo Piovanelli, soprattutto una educazione alla sicurezza e questa la si può imparare già a scuola.
A tale proposito sta per essere lanciato un concorso, in collaborazione con Accademia Santa Giulia, Compagnia Lyria e Radio Vera per video, fotografie e grafiche sul tema degli infortuni e di come evitarli.

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