Morti bianche, marzo mese tragico

Nel Bresciano i decessi sono stati 7 nel primo trimestre 2012. Maglia nera alla Lombardia con 18 persone decedute. La principale causa di morte è la caduta dall'alto.

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(red. ) E’ marzo il mese più tragico per le morti sul lavoro nel nostro Paese dall’inizio dell’anno. Sono state 44 le vittime rilevate dall’Osservatorio sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering. Sale così a 108 il numero dei decessi del primo trimestre 2012.
E ad emergere con i dati più sconfortanti è la Lombardia (con 18 morti bianche in tre mesi) e la Toscana, che oltre ad essere sul triste podio per numero di vittime (17), è anche al primo posto quando si osserva l’emergenza rispetto alla popolazione lavorativa. La Toscana infatti fa registrare un indice di incidenza pari a 10,9 contro una media nazionale del 4,7.
Terza per numero di decessi è invece l’Emilia Romagna (10), seguita da Veneto e Piemonte (9), dalla Campania (7) e dal Lazio (6).
Mentre appare preoccupante l’incidenza delle morti bianche sulla popolazione lavorativa la situazione della Basilicata (seconda dopo la Toscana) con un indice di 10,8 e del Molise (9,2). Per nulla consolatori anche i valori rilevati in Abruzzo (8,1), in Friuli Venezia Giulia (7,9) e nelle Marche (7,6). Mentre in Lombardia e Veneto, che pure sono nelle prime posizioni della graduatoria nazionale in termini assoluti, gli indicatori di incidenza sono inferiori alla media del Paese (rispettivamente pari a 4,2 e 4,3).
Osservando poi la mappatura dei drammi sul lavoro per macroaree geografiche è il Centro della Penisola a contare il maggior numero di decessi (45), seguito dal Nordovest (30), dal Nordest (15), dal Sud (12) e dalle Isole (6). Mentre comparando tali risultati con la popolazione lavorativa lo scenario si modifica. La maglia nera spetta sempre al Centro del Paese (6,1) ma è seguito questa volta dal Nordest dove l’indice di incidenza è pari a 4,9. Seguono il Nordovest (4,4), il Sud (3,4) e dalle Isole (3).
E i contorni dell’emergenza nell’Italia centrale, soprattutto in Toscana, trapelano chiaramente nella classifica provinciale delle morti bianche rispetto alla popolazione lavorativa. Prima e seconda in graduatoria sono proprio Grosseto (che fa registrare un indice di incidenza pari a 72,8) e Massa Carrara (25). Terza è Agrigento (24,8), e quarta nuovamente una provincia toscana: Livorno (22,7).
In termini assoluti accanto a Grosseto che conta 7 vittime sul lavoro dall’inizio dell’anno (complice purtroppo la tragedia della nave Concordia), c’è Brescia con altrettanti decessi (7), 5 a Torino, 4 ad Ancona; e ancora 3 le vittime rilevate a Massa Carrara, Livorno, Avellino e Salerno.
La principale causa di morte registrata dall’Osservatorio è quella provocata da una caduta dall’alto (26,9 per cento delle morti), seguita dallo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti dall’alto (24,1 per cento); al terzo posto il ribaltamento di un veicolo/mezzo in movimento (12 per cento); al quarto il contatto con organi lavoratori in movimento (5,6 per cento). Seguono le morti dovute a cause elettriche dirette ed indirette (4,6 per cento), il seppellimento o sprofondamento (3,7 per cento), così come il decesso dovuto all’ investimento da mezzo semovente. Il 2,8 per cento dei morti è stato vittima di un letale contatto con oggetti/mezzi in movimento. E ancora l’1,9 per cento sono i decessi dovuti a: esplosione, incendio, soffocamento o intossicazione da gas.
Sempre l’agricoltura il settore economico più a rischiocon il 37,4 per cento dei casi di morti bianche di tutto il Paese, seguito dal settore delle costruzioni (24,3 per cento). Il 9,3 per cento degli eventi mortali, invece, è stato registrato nei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni; e ben il 10,3 per cento dei lavoratori ha perso la vita nel commercio e nelle attività artigianali; il 4,7 per cento nei servizi, e il 2,8 per cento nella produzione e distribuzione/manutenzione di energia elettrica, gas acqua così come nella fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici.
Seguendo l’indagine degli esperti dell’Osservatorio Vega Engineering (tutti i dati sono disponibili sul sito www.vegaengineering.com) si scopre che gli stranieri deceduti sul lavoro sono il 14,3% del totale. Mentre le fasce d’età più coinvolte nel dramma sono quelle che vanno dai 45 ai 54 anni (26 vittime) e quella tra i 55 e i 64 anni (21) come quella degli ultrasessantacinquenni. Rispetto alla popolazione lavorativa l’indice di incidenza più preoccupante è proprio quello degli ‘over 65’ (55,9); segue il 7,8 della fascia 55-64 il 4,2 dei 45-54.
Ultimo grafico elaborato dagli esperti dell’Osservatorio di Vega Engineering è quello relativo ai giorni della settimana in cui gli episodi mortali sono stati più frequenti. Si scopre così che il venerdì continua ad essere il giorno più luttuoso della settimana: tra gennaio e marzo è deceduto il 19,4% di tutte le vittime del lavoro.

 

 

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