Prestiti all’industria più 2,6% nel quarto trimestre 2021

A evidenziarlo è la tredicesima edizione del Booklet Economia a cura del Centro Studi di Confindustria Brescia, che contiene i principali indicatori economici della nostra provincia. Il tasso di occupazione è stato pari al 65,7%.

Più informazioni su

Brescia. Nel 4° trimestre del 2021, i prestiti delle banche alle imprese industriali bresciane sono ammontati a 11,4 miliardi di euro, con una crescita del 2,6% su dicembre 2020, si legge nella tredicesima edizione del Booklet Economia a cura del Centro Studi (scaricalo qui in versione integrale), che contiene i principali indicatori economici della provincia di Brescia. Il tasso di variazione tendenziale rimane costante rispetto al trimestre precedente, ma in confronto alla prima metà dell’anno si assiste a un ridimensionamento, seppure si tratti ancora di una crescita. Le motivazioni nella frenata degli impieghi andrebbero ricercate, in particolar modo, nella minore domanda da parte delle aziende, dopo le ingenti richieste di qualche trimestre fa.
A dicembre 2021, le sofferenze nell’industria a Brescia, pari a 116 milioni di euro, riguardavano l’1% del totale dei prestiti, contro il 4,1% nei servizi e il 7,3% nelle costruzioni. La velocità di formazione delle nuove sofferenze a Brescia, a dicembre 2021 (1,3%), si è accentuata rispetto alla rilevazione del periodo precedente: risulta più elevata della media lombarda (0,8%) e di quella italiana (0,9%). La dinamica complessiva ha tratto beneficio dagli strumenti adottati dalle autorità per sostenere l’accesso al credito, oltre a riflettere il fisiologico ritardo degli effetti del peggioramento dell’attività economica sulla qualità del credito.

Sofferenze industria

“I dati del 2021 sono complessivamente positivi, ma le prospettive per il 2022 sono molto prudenti: riscontriamo infatti una forte preoccupazione in merito allo shock derivante dagli esasperati rialzi dei prezzi degli input energetici”,  commenta Paolo Streparava, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Credito, Finanza, Fisco. “Vi è quindi un diffuso timore che i non performing loans (crediti deteriorati) possano tornare a crescere a un ritmo sostenuto, sulla scia delle sempre più probabili difficoltà che riguarderanno interi segmenti produttivi colpiti dal «caro energia»”.

sportelli banche

Per il numero degli sportelli bancari rilevato in provincia di Brescia, il 2021 ha segnato un nuovo calo. Alla tendenza di lungo periodo, associata alla necessità di razionalizzare i costi connessi con l’esercizio dell’attività bancaria e alla dirompente diffusione delle tecnologie digitali, si aggiunge il recente processo di accorpamento di rilevanti realtà bancarie, che ha caratterizzato, in particolare, il territorio bresciano.
A fine 2021, in provincia si contavano 683 sportelli, contro i 972 di fine 2008, con un ridimensionamento del 29,7%. Questi movimenti hanno determinato una minore capillarità territoriale del sistema bancario: a fine 2021 si rilevavano 54 sportelli ogni cento mila abitanti, contro i 58 di fine 2020 e gli 81 di fine 2008. Si tratta di un processo che ovviamente nasconde dinamiche diverse da istituto a istituto, ma che è destinato a proseguire anche nel prossimo futuro, vista la rivoluzione portata dal fenomeno Fintech.

Disoccupazione Brescia

Il tasso di occupazione complessivo bresciano, nel 2021, è stato pari al 65,7%, evidenzia sempre il Booklet Economia del Centro Studi confindustriale. Si assiste ad un lieve incremento rispetto all’anno precedente (+0,6%). Il gap rispetto ai livelli pre-Covid non è però stato colmato. Il tasso di occupazione lombardo (66,5%) si è confermato anche nel 2021 superiore a quello provinciale. I livelli nazionali sono invece significativamente più bassi (58,2%).
Il tasso di disoccupazione complessivo a Brescia, nel 2021, si è attestato al 4,9%, in leggera crescita rispetto al 2020 (4,4%). Comunque un indicatore che continua a rimanere inferiore rispetto al livello lombardo (5,9%). Si conferma l’ampio divario rispetto al tasso di disoccupazione nazionale che nel 2021 si registra a 9,5%.
Nei tre focus territoriali il trend risulta simile anche se con intensità diverse. Si osserva inoltre che nel 2021 sia il tasso di occupazione che il tasso di disoccupazione crescono. Questo fenomeno apparentemente contraddittorio è giustificato in parte dal fatto che in quell’anno una significativa quota di individui, nel 2020 inattivi perché probabilmente scoraggiati dallo scenario complessivo, hanno trovato lavoro oppure hanno cominciato a cercarlo. Così facendo il numero delle forze lavoro è cresciuto.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.