Caro energia, da Brescia il grido d’allarme: “così si chiude”

Parte dal bresciano e arriva fino a Roma l'appello per ridurre i costi energetici che stanno affossando le aziende, in particolare nel settore metallurgico.

(red.) “Il ‘caro energia’, rischia di essere la Lehman Brothers del manifatturiero e questo non possiamo permettercelo, bisogna agire subito a livello europeo”.
Così l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, nel suo intervento alla Fonderia di Torbole (Brescia), capofila della richiesta al Governo di un aiuto alle imprese, messe in ginocchio dagli aumenti sul rincaro energetico.
“Sono stato il primo, ormai tre mesi fa”, ha sottolineato Guidesi, “a evidenziare, come Regione Lombardia il grave problema del rincaro energia. L’Europa ha però deciso di non decidere e di rimandare il problema. Bastava parlare, come noi facciamo quotidianamente, con gli imprenditori per capire ciò che stava e sta accadendo”.
“Ringrazio Matteo Salvini  – ha detto ancora – per l’impegno che ha assunto da subito per cercare di risolvere il problema. Ha infatti chiesto al Governo, tra l’altro, l’insediamento di un Tavolo proprio sulle problematiche legate all’energia”. “Non c’è più tempo, è necessario agire subito. Come Regione Lombardia – ha sottolineato – noi ci siamo e ci saremo”.
“Solo sostenendo le imprese sosteniamo i lavoratori, ha chiosato l’assessore regionale che ha preso parte al tavolo bresciano cui hanno presenziato Fabio Zanardi ed Enrico Frigerio ( presidente e vicepresidente di Assofond), Roberto Vavassori (vicepresidente di Anfia), Michele Bianchi (comitato presidenza di Assocarta) e Franco Beretta (presidente di Confindustria Brescia).

L’allarme lanciato dagli imprenditori bresciani riguarda le prospettive, a breve termine, sulla (non) sostenibilità dei costi per le aziende che saranno costrette a chiedere la cassa integrazione per non chiudere. Una prospettiva non remota, come hanno sottolineato a Torbole, che riguarda, in special modo, il settore metallurgico. Gli ordinativi sono cresciuti a livelli pre-pandemia, ma il rincaro dei costi per l’energia rischiano di affossare la ripresa e potrebbero avere ripercussioni anche sull’indotto legato alle aziende del settore.

Dal tavolo degli imprenditori un grido d’allarme, dunque, ma anche, la proposta di alcune soluzioni al problema, tra cui quella di attuare una politica che permetta di destinare alle aziende il gas estratto in Italia in sostituzione di gas importato e, sul fronte energetico, il rinvio del capacity market, ovvero il meccanismo che, oltre a mettere in campo diverse misure che assicurano la sicurezza del sistema e l’approvvigionamento di energia elettrica,  con risorse sempre disponibili, definisce anche una remunerazione dedicata per quegli impianti di generazione elettrica che si impegnano a mantenere e a mettere a disposizione del sistema, in caso di necessità, della capacità.

 

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